Harry Potter e il Principe Mezzosangue
Di nuovo, come ogni volta in cui mi trovo a terminare un romanzo di Harry Potter, mi chiedo se abbia senso pubblicare o scrivere una recensione su qualcosa di tanto famoso e diffuso.
Poi penso che, come me, ci sarà sempre qualcuno che ci si deve ancora avvicinare e scoprire questo splendido universo, per cui perché non condividere le impressioni di lettura?
Ci siamo.
Penultimo romanzo del ciclo, gli studenti di Hogwarts crescono, diventano adolescenti e nuove dinamiche si innestano tra amicizie già rodate e personaggi sempre più in primo piano.
Ma per Harry e i suoi amici l’adolescenza non può essere normale, non dopo quanto capitato negli anni precedenti, non dopo i dolori e gli avvenimenti de “l’ordine della Fenice”, non con Voldermort e i Mangiamorte sempre più potenti.
No, è questo invece il momento in cui si dice addio a quel po’ di innocenza che era rimasta per far posto a un’età adulta che andrà a formarsi.
Non più bisogno di protezione, ma ricerca di giustizia.
Non più difendersi, ma passare al contrattacco.
Non più, o meglio, non solo piangere, ma usare quelle lacrime a proprio favore.
Ma questi sono solo i semi che, immagino, verranno sviluppati nell’ultimo romanzo.
Qui abbiamo la fase di passaggio, il camminare su quella strada aperta dal finale del libro precedente, il modificare definitivamente ruoli e status quo dei personaggi, anche e soprattutto in modo drammatico.
Per forza di cose le vicende della scuola in sé passano in secondo piano. D’altronde, quando è la vita a diventare l’insegnante principale, la scuola diventa solo una sorta di insegnante di sostegno, a volte neanche sufficientemente competente.
Tutto cambia, qui.
Tutto cambia, nella vita e crescendo.
Per sempre.
Bello, oscuro, un gran balzo in avanti rispetto all'”Ordine della Fenice”.
Concordo (anche se Harry diventa sempre più rompiballe: Dei, gli adolescenti!).
Io ho apprezzato particolarmente l’evoluzione del rapporto con Silente per motivazioni che ti dirò in faccia, per evitare di fare spoiler…
Non saprei, secondo me è più rompiballe nel precedente, sai? Poi ne parliamo 😉