Perché canta l’uccellino in gabbia?

Di Maya Angelou ho già in qualche modo parlato tempo fa, ma avevo ed ho ancora molto da scoprire su di lei.
Elemento fondamentale nella cultura black (e non) americana, letta nelle scuole, è uno di quei personaggi che, se chiedessi a chiunque o quasi in Italia, mi risponderebbe “chi?”.
“I know why the caged bird sing” è la sua autobiografia.
Mi correggo, è la prima di una serie di autobiografie centrate su una parte specifica della sua vita, in questo caso i primi 15/16 anni.

Un libro intero dedicato all’infanzia di una scrittrice? Ma c’è così tanto da dire?
La risposta è una sola: assolutamente sì. Non solo, a volte sembra non basti. A volte vorresti sapere di più.

Leggere dei primi anni di Marguerite (il nome Maya arrivò un po’ di tempo dopo) vuol dire scoprire cosa volesse dire per una bambina di colore crescere in un paese di provincia in Arkansas nella prima metà del secolo scorso, in un Sud in cui le differenze tra bianchi e neri sono tangibili in ogni istante della vita, dove spostarsi di una via significa cambiare mondo, dove un dentista bianco poteva dire “preferire mettere le mie mani in bocca a un cane che a una bambina negra”.

Vuol dire leggere di uno stupro subito a otto anni, dei sensi di colpa per la paura di esserne stata equamente colpevole, del timore di essere destinata all’inferno.

Vuol dire scoprire la forza della cultura quando non c’è altro a cui aggrapparsi, la bellezza del buon senso in una donna “di mondo” come la madre, la fierezza della propria consapevolezza nella nonna che l’ha cresciuta insieme al fratello.

Vuol dire rendersi conto che il bene e il male sono legati sempre alle persone, alle singole persone, non agli ambienti, non al colore della pelle, non alla religione.
Il bene e il male sono le persone.
Sempre.

Leggere dei suoi primi quindici anni vuol dire seguire la crescita di una ragazza, i suoi primi desideri sessuali, l'”incidente” di una gravidanza non voluta, neanche “capita”, ma che viene gestita in modo molto più consapevole di quanto capiti a molti adulti.

E vuol dire chiudere il libro leggendo quest’ultima frase: “Vedi? Non hai bisogno di pensare al fare la cosa giusta. Se stai facendo la cosa giusta lo fai senza pensarci”.

Se conoscete l’inglese leggetelo. Fatevi questo regalo.

PS: sono andato a leggere su Goodreads alcune recensioni. Molte entusiaste, qualcuna l’esatto opposto. Queste negative erano di bigotte americane il cui solo pensiero era “c’è una scena di stupro, io non voglio che mio figlio quindicenne la legga, voglio proteggere mio figlio da queste immagini, tanto lo sa che lo stupro è male”.
No, cara bigotta (americana, italiana, ovunque tu sia). Tuo figlio non lo sa. Tu non lo sai. Perché se in quella scena vedi solo la parte del “sesso esplicito” (e anche qui ci sarebbe da discutere) non hai la minima idea di cosa significhi.
Quella scena serve a far capire.
Serve a evitare che magari un giorno tuo figlio sia causa di dolore.
Ma tanto, se capitasse, diresti che quella puttana se l’è cercata, vero?

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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6 risposte

  1. maria ha detto:

    Sono contenta di aver trovato il tuo blog. Un post davvero interessante. Andrò a leggerlo. Ho vissuto una parte della mia infanzia negli Stati Uniti e quindi la conoscevo, anche se superficialmente. Adesso approfondirò la conoscenza.

    • Aries ha detto:

      Oggi è un giorno molto triste per chi ha apprezzato Maya Angelou, però mi fa piacere tu sua arrivata su queste pagine cercandola. Grazie per i complimenti e per il contributo, spero di leggerti ancora.

  2. Ida ha detto:

    Ciao Aries,
    anch’io sono arrivata su questa pagina cercando qualcosa su Maya Angelou. Ho vissuto parte della mia vita negli Stati Uniti, e ho letto tutti i suoi libri e alcune sue poesie. Il 28 Maggio e’ stata una giornata triste per chi come noi amava Maya, la chiamo Maya perche’ l’ho sempre sentita vicina, quasi una amica. Leggevo i suoi commenti su FB di tanto in tanto, ne aveva postato uno solo 2 giorni prima della sua morte. Da poco ho ripreso i suoi libri, li sto rileggendo per rivivere la magia dei suoi racconti. Mi dispiace che in Italia non sia conosciuta. Da tempo ho un sogno nel cassetto…vorrei tradurre la sua biografia, tu sai se esistono gia’ delle traduzioni in Italiano?
    Ida
    ps. Complimenti per il tuo blog. Aruki Murakami e’ un’altro dei miei scrittori preferiti….grazie per la recensione del suo ultimo libro, non l’ho ancora letto ma lo faro’ al piu’ presto.

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