Marziani, andate a casa!
Il primo libro che ho letto, penso di averlo scritto anni fa, era di Jules Verne, Viaggio al centro della terra, sostanzialmente fantascienza prima che si chiamasse così.
Se devo però pensare alla prima storia di fantascienza ufficiale che abbia mai letto, sicuramente il nome che mi viene in mente non è zio Isaac come si potrebbe pensare, ma Fredric Brown.
Il suo Sentinella (che trascrissi qui agli albori di questo blog, quando ancora si trovava su Splinder e si chiamava 525.600 minuti) è sempre stato per me il primo e più bel racconto di fantascienza mai scritto. Breve, moderno, intelligente. Un po’ prevedibile col nostro sguardo maliziato di lettori avidi, ma per chi lo lesse ai tempi e per me, ragazzino imberbe, fu un colpo di genio.
Ma Fredric Brown, in realtà, fu autore estremamente completo: scrisse romanzi e racconti, fantascienza e gialli, mantenendo una capacità rara di variare stile, ambientazione, registro.
Tutta questa premessa per arrivare a parlare di un romanzo, neanche a dirlo, atipico, “Marziani, andate a casa” pubblicato non molto tempo fa da DelosBooks e che non poteva rimanere in libreria.
Le premesse sembrerebbero classiche ai limiti della banalità.
Mentre i terrestri cercano di vivere la vita di tutti i giorni, all’improvviso arrivano i marziani e, guarda caso, sono omini verdi.
Ma i cliché finiscono qui.
Perché questi uomini verdi non hanno intenzione di conquistare il pianeta, né di distruggerlo o annientarlo: no, loro vogliono solo rompere le scatole.
Davvero.
Perseguitano gli umani, li fanno imbestialire, ridono di loro, diventano un incubo per chiunque.
Anche perché sembra che questi rompiscatole siano incorporei e capaci di apparire e sparire dove e quando vogliono.
Ci pensate a che incubo sarebbe?
Bene, Brown ci ha scritto un libro, ha cercato di renderlo dissacrante e l’ha pure condito di un paio di domande esistenziali.
Ci è riuscito?
In buona parte sì.
Non è un capolavoro, non è una pietra miliare, ma è divertente, curioso e strappa diversi sorrisi. Una lettura piacevole da cui sembra siano pure stati tratti un paio di film piuttosto inadeguati.
Non è Sentinella, non è il miglior Brown che abbia mai letto, ma accompagna piacevolmente per alcune ore.