The ocean at the end of the lane
Descrivere l’emozione provata accostandomi a questo libro non è semplicissimo.
Anzitutto stiamo parlando del primo romanzo per adulti scritto da Neil Gaiman dopo “I ragazzi di Anansi” e già questo basterebbe; aggiungiamoci poi che, appena uscito, l’ho ordinato subito dal mio fedele Bookdepository, riuscendo così a leggerlo in lingua, senza aspettare la traduzione italiana.
Il rischio, quindi, di rimanere deluso era forte: si sa che quando le aspettative sono alte solo un grande autore riesce a non deluderle.
Gaiman è un grande autore.
“The ocean” inizia in modo discreto, quasi timido. Sembra quasi vergognarsi di cercare l’attenzione del lettore, come se non se la meritasse, come se non fosse così importante.
Poi, pian piano, cresce.
Cresce nella curiosità, cresce nelle emozioni, cresce nell’orrore di certe immagini: non quelle fantastiche, a cui Gaiman ci ha abituato da sempre, ma quelle reali, quelle che possono accadere dietro ogni porta.
E di immagini reali il romanzo è pieno, sebbene la parte fantastica non sia inferiore a quella degli altri romanzi.
La differenza nasce da come l’aspetto fantastico interagisca col lettore: non per astrarre dalla realtà, non per mostrare qualcosa di diverso, ma per sottolineare aspetti che ognuno di noi vive o può vivere ogni giorno.
Il fantastico, in questo romanzo, è ingrediente funzionale a qualcos’altro, qualcosa di più: al ricordo, al dolore della crescita, al chiedersi se una vita sia valsa la pena, al cercare di capire se siamo stati tutto ciò che avremmo potuto essere.
Non voglio, ovviamente, rovinare la lettura a nessuno, per cui della trama dirò poco.
Il protagonista è un uomo di mezza età che si trova, dopo un funerale, a tornare nei luoghi dov’è cresciuto da piccolo, a raggiungere uno stagno, a pensare a un’amica d’infanzia e a rendersi conto di avere memorie che non ricordava.
Così torna con la mente ai suoi sette anni, a un uomo morto in una macchina, a una famiglia di sole donne, a una creatura che vuole esaudire desideri, a un gatto con una macchia sull’orecchio.
Tocco di sale su una pietanza già saporita sono le splendide figure femminili e il lampante amore di Gaiman per qualunque felino.
Da leggere, in lingua se possibile (anche perché chissà quando verrà tradotto in italiano), per scoprire quanto meno come possano uno stagno alla fine di un sentiero o un secchio di metallo contenere un oceano.