L’isola della sacerdotessa dell’amore

Amare un autore significa non solo apprezzarne le opere, cosa assolutamente banale, ma sapere anche distinguere quando un romanzo o dei racconti non sono all’altezza del resto della produzione: se così non fosse si rischierebbe di finire in una sorta di passione religiosa o da fan ciechi ben lontane dal vero apprezzamento per gli scritti del proprio beniamino.
Ecco, parlando de “L’isola della sacerdotessa dell’amore” del mio amato Christopher Moore sono costretto a usare un po’ di senso critico.
Il romanzo, pubblicato recentemente in Italia, ma scritto nei primi anni 90, fa parte ancora della fase acerba di Moore, quella in cui le idee c’erano, la capacità narrativa pure, ma mancava ancora l’alchimia tra i due aspetti che tanto me lo ha fatto amare in Biff o in Fool.
Non che il romanzo sia brutto, assolutamente, il problema è che è medio, senza picchi, senza colpi di genio, senza quegli ingredienti speciali a cui Moore ci ha poi abituati.
Alcuni sprazzi già si vedono, sia chiaro: il pipistrello parlante e dagli occhail scuri Roberto è esilarante così come diverse battute o scene che compaiono qua e là, ma mediamente non ci si trova a divertirsi quanto uno si aspetterebbe.
La trama, poi, parte lenta per velocizzarsi verso la fine, dando l’impressione di viaggiare a due regimi diversi e di essere chiusa forse un po’ troppo in fretta su un libro comunque non breve: poi si legge di gusto e si è curiosi di sapere come finirà, ma più per lo stile dell’autore che per le vicende vere e proprie.
Ripeto, non è un brutto libro, ma non è neanche il romanzo che consiglierei a chi vuole affrontare Moore per la prima volta: a dirla tutta lo consiglio solo a chi, del buon Chris, voglia leggere tutto ma proprio tutto.
In tal caso preparatevi a conoscere Tucker Case, pilota casinaro, il pipistrello Roberto, il fantasma di un pilota che ha strani compagni di poker, la tribù dello squalo e, ovviamente, la sacerdotessa dell’amore e la sua inquietante isola.
Il buon Tucker, poi, lo ritroverete in “Tutta colpa dell’angelo” assieme al fedele Roberto, ma la loro prima comparsa è proprio qui.

Buona lettura

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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2 risposte

  1. Alessia ha detto:

    Scommetto che stai leggendo Sacré Bleu…divorato appena uscito. Prossimo appuntamento, Aprile 2014 per “The Serpent of Venice” 🙂

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