Il caso Jane Eyre

Io ho una malsana passione per le realtà alternative.
Avete presente quelle storie che si svolgono in mondi simili al nostro ma, per qualche motivo, diversi?
Potrei aprire un capitolo molto lungo al riguardo, a partire dal Multiverso Marvel per arrivare ai romanzi eucronici di Philip K. Dick o Harry Turtledove, ma cerco di evitarvi il pippone, almeno per ora.

Questa premessa è d’obbligo perché quando una certa spacciatrice di idee e libri mi ha voluto prestare “Il caso Jane Eyre” raccontandomene l’idea di fondo sapeva che mi avrebbe attirato in trappola: la spacciatrice in questione conosce i suoi polli e non solo mi aveva stuzzicato con l’aspetto eucronico, ma aveva aggiunto dei piccoli succulenti dettagli sugli aspetti fantastici del romanzo che mi hanno fatto capitolare nonostante i millemila libri già presenti nella mia coda di lettura.
Chapeau.

Ma non divaghiamo.
Quindi?
Quali sono questi ingredienti così appetitosi?

Immaginatevi un mondo in cui libri e cultura sono tra i valori più importanti della società, dove esistono partiti e gruppi di pensiero legati a scrittori e correnti letterarie.
Immaginate che i casi criminali più gravi che possano avvenire dopo quelli di sangue siano proprio legati ai libri.
In un mondo del genere, ovviamente, esisterà una polizia specifica dedicata esclusivamente alla risoluzione di casi “letterari”.

Fin qui l’idea di fondo sarebbe già interessante, ma potrebbe non bastare a qualcuno.

Allora aggiungiamoci la possibilità di viaggi nel tempo, una scienza non più avanzata della nostra ma indubbiamente molto diversa e, soprattutto, una scoperta sconvolgente: l’esistenza di portali (spontanei o meno) in grado di trasportare i personaggi di un romanzo nel mondo reale e viceversa.

Ecco quindi che, in un mondo del genere, un criminale degno di questo nome può tenere in scacco una società minacciando di distruggerne i libri più importanti dall’interno, cambiandone le vicende o, addirittura, uccidendone i protagonisti.

Questo è ciò che si trova ad affrontare Thursday Next, agente reduce dalla guerra in Crimea (una guerra che, in questo mondo, dura ancora) che si trova catapultata in una situazione apparentemente più grande di lei: dalla sua l’aiuto di un padre viaggiatore nel tempo, uno zio inventore pazzo e tanta forza e caparbietà.

Il resto, ovviamente, lo lascio alla vostra lettura.

E’ da leggere, quindi?

Per quanto mi riguarda sì.
Non aspettatevi il romanzo della vostra vita, ma l’idea di fondo è molto originale, lo stile è fresco, le vicende divertenti e, soprattutto, il vero gusto lo si ottiene andando a pescare le citazioni più o meno nascoste, piuttosto che andando a leggere dialoghi incentrati sulla vera identità di Shakespeare o, ancora, incontrando macchine progettate per declamare sonetti.

Si tratta del primo romanzo di una serie, per cui è evidente la volontà dell’autore di porre le basi e un bel po’ di carne al fuoco, ma il divertimento è assicurato.

Insomma, la spacciatrice aveva ragione.
Di nuovo.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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2 risposte

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