Flash Lucchesi
Di ritorno, come ogni anno, da Lucca.
Felici, come sempre.
Appagati, come sempre.
Una Lucca splendida, come sempre.
Eppure una Lucca diversa da tutte le altre.
Nonostante la tanta, tantissima gente, è stata forse per noi l’edizione dei Comics più intima.
Abbiamo girato pochissimi padiglioni (uno, a dire il vero, l’unico che mi interessasse veramente).
Abbiamo camminato lungo le mura prima dell’arrivo della bolgia.
Abbiamo comprato fumetti, ma anche scarpe e props da un rigattiere che Sweetie voleva adottare.
Abbiamo dedicato tempo ai nostri amici della Locanda, trascorso un’ora a chiacchierare con un buon amico e sentito il calore di amicizie nuove ma avvolgenti.
Abbiamo mangiato un panino toscano in un posto che in vetrina diceva “questo negozio è aperto fin quando non chiude”.
Abbiamo visto passare dei weeping angels, stando attenti a non sbattere gli occhi.
Abbiamo acquistato ceramiche nelle bancarelle di Piazza Anfiteatro.
Abbiamo riso degli approcci di alcuni nerd alle cosplayer meno vestite.
Abbiamo cenato in un ex club privé, con nostri amici nell’altra sala e camerieri vestiti con tristissimi costumi da supereroi.
Siamo stati seduti a una tavolata di 12 persone sconosciute, mangiando zuppa di farro e carne alle griglia.
Abbiamo gustato le conferenze e ammirato le mostre.
Abbiamo spiegato a una barista come fare un marocchino, per poi berne una versione in tazza grande semipiena di cioccolata calda per non deluderla.
Abbiamo impiegato due ore per digerire il suddetto marocchino.
Abbiamo (re)incrociato Jack Sparrow, ma anche Iron Man, Capitan America e tante Vedove Nere.
Siamo inciampati in una versione mignon dei maghi di Hogswarth.
E poi, neanche a farlo apposta, ho incrociato aspetti del mio passato, giusto in tempo perché confermassero di non appartenermi più, a metà strada tra il fastidio e la totale indifferenza, di sicuro senza alcun tipo di nostalgia.
Abbiamo respirato, goduto, mangiato.
Vissuto.
A piene mani.
Che belli questi ultimi due post, fanno venire una simpatica fame di serenità e biscotti 🙂
🙂 🙂 🙂
“serenità e biscotti” mi piace 🙂
No ecco… uno torna il lunedì in ufficio e legge questo…
Opzioni:
– crisi isterica istantanea
– fuga dalla realtà a base di sostanze spicotrope
– fuga materiale con annessi casini a cascata
– depressione
Oppure ci si mette nell’ottica di rendere queste situazioni molto più frequenti 😉
ma la zuppa di farrow è quella che mangiava woody allen??