Crimini
Ok, è ufficiale: io ed i racconti noir (o gialli o come cavolo volete chiamarli)scritti da autori italiani non andiamo d”accordo.
Anche questo Crimini, di cui avevo sentito parlare decentemente e che riportava nomi comunque interessanti è stato una delusione; non che sia tutto da buttare, intendiamoci, ma le cose da salvare sono veramente poco e, soprattutto, non c’è un racconto che sia riuscito a convincermi pienamente, il che è parecchio frustrante, non c’è che dire.
Una breve panoramica.
Sei il mio tesoro (Niccolò Ammaniti con Antonio Manzini). Sopra le righe. Questo è il primo pensiero. Io non so bene che risultato volessero raggiungere gli autori, ma qui non abbiamo né carne né pesce. Non è noir, non è ironico, non paradossale. E’ un po” di tutte queste cose senza riuscire bene in nessuna.
Morte di un confidente (Massimo Carlotto) Il ritmo qui c’è, la vicenda sarebbe anche interessante, ma cazzarola c’è troppa carne al fuoco per un racconto. Personaggi che appaiono e scompaiono dopo poco, comparse che si sovrappongono, troppa, troppa roba. Qualche personaggio in meno e qualche approfondimento in più e mi sarebbe piaciuto sicuramente di più.
Il covo di Teresa (Diego De Silva) Si fa leggere, ma anche una lista della spesa si fa leggere. Non tiene in tensione, non emoziona, non arriva, almeno non a me.
L”ospite d”onore (Giorgio Faletti) Racconto che avevo già letto nella sua raccolta personale e che già lì non mi aveva convinto. Qui la situazione è strana, perché il tipo di stile usato, in sé, mi piacerebbe molto: ironico, pungente, ritmato. Il problema è che qui lo è troppo, lo è continuamente anche in modo inutile, arrivando a stufare e facendo perdere di vista la storia in sé. Il finale, che dovrebbe essere da “fiato sospeso” è invece loffio per un racconto incentrato proprio su quello.
L”ultima battuta (Sandrone Dazier) Questo la sufficienza la raggiunge. La storia è carina, i personaggi ci sono, l”idea non è male. Niente di sconvolgente, ma sicuramente ci siamo più che con gli altri.
Troppi equivoci (Andrea Camilleri) So che per molti bestemmierò ma a me Camilleri non piace. Non perché le sue storie non siano interessanti o poco studiate, ma semplicemente perché leggere il siciliano ogni due per tre mi interrompe la lettura e non mi permette di godermela. In questo caso, comunque, il racconto non è eccelso e le coincidenze sono veramente troppe, come gli equivoci del titolo.
Quello che manca (Marcello Fois) Mah. Ho dovuto andare a sbirciarlo di nuovo solo per ricordarmi cosa raccontasse. Penso la dica tutta.
Il bambino rapito dalla Befana (Giancarlo De Cataldo) Ecco, questo alla pari de “l”ultima battuta” è un”altra sufficienza piena, interessante, raccontato decentemente. Anche qui, non epocale, ma sufficiente.
Il terzo sparo (Carlo Lucarelli) Ritmato, ben scritto ma poco convincente. Ok la sospensione dell”incredulità , ma un po” di coerenza nei personaggi non mi farebbe schifo.
Va beh, capitolo racconti italiani definitivamente chiuso.
di solito evito raccolte di racconti..dopo un pò mi annoiano
A me piacciono, ma dipende veramente dalla qualità di ciò che è raccolto :/
"Capitolo racconti italiani definitivamente chiuso"? Se non l'hai già letto, c'è sempre l'impareggiabile Buzzati!
@Anonimo: no, mai letto… valuterò 😉
Allora devi assolutamente provare! Te ne consiglio tre che sono brevi e che possono darti un'idea: "Il colombre", "I sette messaggeri", "Il mantello". In tutto una manciata di pagine; prova e poi facci sapere cosa ne pensi.
Ok, nel caso farò sapere… ma perché non ti firmi? 🙂
Mi chiamo Emanuele. Piacere!
Piacere mio 😉