La fantascienza del 1943
Ho già avuto diverse volte modo di parlare delle raccolte di racconti di fantascienza curate da Isaac Asimov; ogni volume è solitamente dedicato ad un anno specifico e raccoglie quel che, per Asimov e Greenberg, furono i migliori racconti usciti sulle varie riviste.
Di solito sono piutttosto entusiaste di questi volumi: leggere nel giro di qualche centinaio di pagine storie di Heinlein, Brown, Van Vogt e dello stesso Asimov non può non mandarmi in brodo di giuggiole; scrivo “di solito” perché stavolta, invece, a malapena si raggiunge quella che per me è la sufficienza.
Probabilmente il 1943 non è stato l”anno migliore sia nella vita reale che per quanto riguarda la produzione fantascientifica, ma a tutti gli effetti di racconti memorabili in questo volume non ce ne sono: c’è sicuramente qualcosa che si alza sopra la media, ma l”assenza di Asimov ed Heinlein si fa sentire, così come la davvero eccessiva presenza di Henry Kuttner e Catherine Moore, insieme o singolarmente, il cui stile non è granché nelle mie corde.
Peccato, ma non dubito che i volumi successivi torneranno in crescendo.