Certe serate

Anni fa, troppi a ben pensarci, capitava spesso, sia in gruppo che in coppia.

Durante alcuni giorni al mare capitava la serata (ma spesso erano ben più di una) in cui si finiva a passeggiare  in spiaggia e a fermarsi in riva o poco più in là .

Se la spiaggia era attrezzata ci si sedeva o sdraiava sui lettini, altrimenti per terra, lamentandosi che la sabbia si infilava ovunque, ma non preoccupandosene sul serio.

A bassa voce, come fosse un luogo di culto.

Praticamente al buio, con i volti illuminati solo dalle luci lontane e da luna e stelle, ridotti così a sagome indistinte ma, in qualche modo, ancora più presenti.

E si cominciava a parlare liberamente, le parole uscivano come un fiume, si chiacchierava di tutto, anche di argomenti mai venuti fuori in altri momenti.

Era come essere in un altro mondo, in un”altra dimensione o, meglio ancora, in uno di quei sogni solo un po”  bizzari, ma terribilmente reali in quasi ogni aspetto.

Ci si sentiva bene, ci si sentiva rilassati, ci si sentiva uniti: magari tra amici si cominciava a sparare cazzate enormi o a fare giochi scemi, mentre in coppia si finiva per godersi il romanticismo del momento, ma in entrambi i casi il tempo sembrava fermarsi e la magia riempiva l”aria.

Poi, spesso dopo parecchie ore, ci si alzava e si tornava a casa o in albergo e, man mano che si usciva dalla spiaggia, la sensazione di risvegliarsi da un sogno per tornare in un mondo più grigio nonostante le migliaia di luci era palpabile ed irritante, come venir tolti da un luogo che ci appartiene veramente per essere spinti in un altro in cui, in fondo, non siamo mai stati completi.

E’ tanto che non mi capita più e, lo ammetto, mi manca parecchio.

Mi mancano quelle chiacchierate a voci smezzate.

Mi mancano quei legami del momento.

Mi manca quel calore.

Mi manca tanto il mare di notte.