Rispetto e tolleranza
Si fa spesso un grande uso delle parole “rispetto” e “tolleranza”, anche in politica, quasi fossero una bandiera.
Eppure fin troppe volte sembra rimangano parole vuote e fini a se stesse.
In questo piccolo spazio virtuale penso sia trasparso decine di volte quanto per me sia importante il rispetto per e dalle persone che mi circondano: rispetto non solo per chi la pensa come me, ma anche e, per certi versi, soprattutto per chi si discosta dalle mie opinioni, finché rimane nella legalità .
D’altronde Voltaire lo affermò molto meglio di me quando disse la famosa “posso non condividere le tue idee, ma darei la vita per fartele esprimere”.
Ecco, negli ultimi mesi ed anni sto scoprendo che questa regola secondo me fondamentale sta pian piano venendo messa da parte, diventando un “siccome le tue idee mi stanno sulle palle, non meriti di parlare e forse neanche di pensarle”: giusto domenica ho assistito alla scena di una persona in un box elettorale attaccata da uno della parte opposta perché, urlava questo, era (letteralmente) “indecente” che quel box esistesse.
Indecente.
Questa persona stava affermando che l’espressione LEGITTIMA E LEGALE di un’opinione era un’indecenza.
Questa persona, tra l’altro, si proclamava appartenente ad uno schieramento che teoricamente dovrebbe fare della tolleranza e del rispetto un punto fermo.
Sarò strano, ma tra idee politiche condivisibili o meno e reazione istintivamente repressiva verso le stesse, io trovo molto più indecente la seconda.
E sia chiaro: non mi potrebbe interessare di meno a quale fazione i due appartenessero; non ho mai parlato di politica su questo blog penso che non lo farò mai: avrei trovato la situazione schifosa anche a parti inverse.
Il rispetto e la tolleranza non dovrebbero avere colori.
Ma non dovrebbero neanche essere pure etichette.
“Posso non condividere le tue idee, ma darei la vita per fartele esprimere”… probabilmente molti oggi gli darebbero del pirla.
Ci sono moltissimi principi, idee, diritti, etc. che non dovrebbero assolutamente avere colore politico.
Ma moltissima gente si ostina ad imbrattarle continuamente perdendo di vista la loro essenza.
Si perdono talmente tanto nei loro accapiggliamenti senza senso che poi neppure si preoccupano più di ripulire e realizzare l’idea che hanno insozzato. Non gli importa più centrare l’obbiettivo, concretizzarlo, ma solo averne il copyright.
Dannatamente stupido e triste.
Lady Door
Sottoscrivo ogni singola sillaba. Grazie di aver contribuito 🙂
Purtroppo i politici non ascoltano più nessuno se non loro stessi e imparano quelle tecniche aggressive per cui se urli mentre l’avversario parla e ripeti all’infinito la stessa parola l’altro prima o poi tacerà o perderà il filo del discorso e loro avranno vinto.
Ma vinto che cosa?
La medaglia d’oro nella categoria squallore?
Disgustorama!!!!!!!!! 🙁
@Cate: la cosa triste è che non si ferma solo ai politici tutto questo. Raggiunge la quotidianità e tanta gente che si autodefinisce rispettosa, pacata e tollerante dimostra poi tanti piccoli o grandi comportamenti che mostrano un’intolleranza di base verso ciò che si discosta da loro.
Sottoscrivo in pieno: la libertà di avere una propria opinione e di poterla esprimere dovrebbe essere un sacro diritto inviolabile per tutti.
Riflettendo però, a volte mi rendo conto di come sia difficile applicare questo sacrosanto principio in concreto nella vita comune.
E se venisse fuori uno che gridasse “w il nazismo” che dovremmo fare? Farlo parlare e convincerlo che sta sbagliando (sempre tenendo conto che è una mia opinione il fatto che stia sbagliando) oppure impedirglielo? Io propenderei per la prima strada, ma se non mi ascoltasse?
Sono interrogativi complicati … non sempre è facile tradurre in pratica la teoria
Filippo
@Filippo: capisco pienamente quello che intendi e non dubito che sia difficile, anzi. Nel caso del tuo esempio siamo fortunati: gridare “w il nazismo” dovrebbe essere apologia di reato o qualcosa del genere 🙂 🙂 🙂
Onestamente, la vera democrazia è quella che permette a TUTTI di parlare, che siano di destra o di sinistra, o anche fascisti, se vogliamo. Oggi so di per certo che la democrazia non esiste, e chi ha il diritto di parlare è solo quello che è più forte, mentre gli altri devono tacere.
La democrazia è un’utopia, come il comunismo e tutte le ideologie che si sono accavallate nel corso della nostra storia
non io, comunque.
Dare del pirla a Voltaire sarebbe un sacrilegio (più del tuo, facendoti pagare 5 euri in più!! :D).
Comunque, che ci vuoi fare?
Ormai è così che va il mondo.
Fa schifo dirlo, ma è così
>gridare “w il nazismo” dovrebbe essere apologia di reato o qualcosa del genere 🙂 🙂 🙂
Beh, se è per questo anche l’apologia di fascismo è reato, eppure, la cronaca recente lo dimostra, chi se ne macchia può essere tranquillamente candidato in un grosso partito nazionale, previa smentita.
Senza parlare di manifesti come quelli che mi capita spesso di vedere, con partiti che palesemente inneggiano all’odio razziale e di casta.
Queste cose esistono tranquillamente nella nostra democrazia: il negozietto di chincaglierie nostalgiche del ventennio convive benissimo con le leggi in merito all’apologia del fascismo.
Io non sono contrario a queste cose. Per rispetto verso chiunque, mi fa specie qualsiasi forma di ” reato di opinione” più o meno camuffata.
Ma come difendersi dalla restaurazione delle idee abnormi?
Per esempio: se qualcuno oggi provasse ad andare in giro con un cartello che dice ” La terra è piatta” tutti lo prenderebbero per pazzo.
Eppure, basta un po’ di potere mediatico in più, il giusto supporto economico, e c’è il rischio che in parlamento si torni a parlare del creazionismo, dell’eliocentrismo, dell’inferiorità intellettuale delle donne, e chissà quante altre idee medioevali .
Per cui, la soluzione, in una democrazia, c’è: sbattersi per contrapporre alla falsa informazione la controinformazione.
Nella tua città parla un partito politico che secondo te diffonde idee pericolose?
Si organizzano banchetti informativi, si prova a veicolare idee diverse che contrastino sul terreno comune, sul piano dello scontro dialettico e del dibattito.
Ma la gente preferisce sbattersi poco e organizzare sabotaggi a colpi di pomodori contro chi non la pensa in modo analogo.
Anche questa è una forma di ” fascismo”, intesa come metodologia di comportamento, e non come colore o appartenenza politica.
( Scusate per la lunghezza del commento)
@Hibernia: la democrazia “completa” è un’utopia, ma non per questo non si deve cercare di raggiungerla. Quanto meno è meglio di tante altre ideologie.
@Megarah: Già :/
@Fioco: Assolutamente, il commento era perfettamente azzeccato. Ma altrettanto evidentemente hai fatto presente che la contrapposizione deve avvenire in maniera propositiva, altrimenti prende la stessa piega di ciò che vorrebbe smontare.
>hai fatto presente che la contrapposizione deve avvenire in maniera propositiva, altrimenti prende la stessa piega di ciò che vorrebbe smontare.
E’ QUESTO il pericolo più grande.
Specie considerando che oggi un grandissimo numero di presunte ” opinioni” vengono in realtà costruite da provocatori, che hanno l’unico scopo di fare incazzare e mettere in cattiva luce la parte avversa.
E siccome chi si lascia tentare dalla provocazione, e risponde per le rime, alla fine fa solo il gioco dell’avversario, c’è da chiedersi seriemente da che parte uno stia.
Io ne vedo un sacco di cose del genere: gruppi più o meno organizzati che distribuiscono volantini e si organizzano dicendo ” Domani viene XXXX a Bologna… andiamo a lanciargli uova e pomodori “.
Una cosa del genere non serve davvero a nulla, quando se ne renderanno conto?
@Fioco: ovviamente concordo in toto :/