Once were friends, once were brothers
In un’altra vita lo consideravo il mio migliore amico: per i miei era come un figlio, per me come un fratello; eravamo compagni di classe, di banco, di buffonate.
Per diverse estati venne a casa mia per farsi aiutare, visto che veniva costantemente rimandato in due o tre materie: un po’ si studiava e per il resto si andava in giro a fare i buffoni in bici, entrambi sfigati, entrambi ragazzini.
All’esame di maturità eravamo seduti di uno davanti all’altro, così da aiutarci durante lo scritto: ricordo che praticamente gli rilessi l’intero tema perché temeva di aver scritto castronate.
Siamo cresciuti, gli diedi una grossa mano per la tesi e lui me la dedicò, mi sposai e lui fu il mio testimone come ci eravamo promessi tanto tempo prima.
Poi, quando più avrei avuto bisogno del suo appoggio, mi ha voltato le spalle.
Non perché abbia fatto qualcosa a lui, ma ben peggio, perché ho agito secondo quel che credevo io e non lui: mi sono separato e poi ho divorziato, una cosa che per la sua sensibilità di cattolico praticante dev’essere diventata più importante dell’uomo che diceva di considerare "fratello".
Mi ha trattato come fossi pazzo, letteralmente.
Ha chiesto a mio padre se fossi pazzo.
Ed è sparito, almeno fino al suo matrimonio, al quale mi ha invitato ma senza la mia partner di allora, ovviamente.
Ed ovviamente non mi ha detto della festa prima del suo matrimonio, di cui sono venuto a sapere da un compagno di classe.
Altrettanto ovviamente non sono stato il suo testimone.
E sempre ovviamente è sparito di nuovo, salvo qualche telefonata ogni uno o due anni per organizzare una "rimpatriata" di una classe a cui non mi sono praticamente mai sentito legato.
L’ultima volta a giugno, quando mi ha detto (ovviamente in sede di rimpatriata) che la moglie è incinta.
Poi, ieri sera, ha chiamato.
Ho pensato fosse per dirmi che era nato il bambino.
Aveva bisogno di una mano per il computer.
Ovviamente mi avrebbe pagato.
Ma vaffanculo, va, "fratello".
Credo sia una grandissima delusione, che fa riflettere su come i rapporti umani possano rivelarsi labili. Sinceramente la motivazione del vostro primo allontanamento (una diversa valutazione morale del matrimonio, mi par di capire) mi pare incredibile. Se c’è una qualità che si richiede ad un amico vero è proprio quella di saper comprendere ed assistere senza voler giudicare.
Non so se potrà consolarti, ma la mia impressione è che tu non abbia perso granché.
My friend…IMHO hai due sole possibili scelte…non andarci…o il contrario.
Ma se scegli di andarci non farti pagare…e magari tra un vaffa e l’altro…e in compagnia di una birra, ritrovate la fratellanza !
Te lo auguro davvero !
La gente cambia, e il cambiamento comporta nuove prospettive in cui amici e sentimenti diventano superflui,ingombranti.
Aiutalo con il computer,in memoria di una bella amicizia persa nel tempo. 🙂
Quanto ti capisco Aries, è una frase di rito. Sai che ti dico…non ci andare! Digli che non hai tempo, che sei preso con il lavoro. Che si arrangi lui con il computer, quel voltagabbana! Non fare gli errori che feci in passato e che a volte commetto ancora! Manda a quel paese la gente che dice di essere tuo amico e poi ti volta le spalle perchè non la pensi come loro o perchè hanno trovato qualcuno di “meglio”. Evita di diventare paranoico come lo sono io adesso!
@Fully: hai capito benissimo ed hai espresso perfettamente il mio pensiero. E sul fatto di averci perso sicuramente hai ragione e lo dimostrano i discorsi tanto vuoti delle poche volte che l’ho incontrato negli ultimi anni. L’amarezza però rimane e ritengo sia normale…
@Rizard: si vedrà , onestamente il mio tempo in questo periodo è DAVVERO poco, anche se non si trattasse di qualcuno che si è comportato così; probabile che comunque non possa fare in tempo anche se volessi aiutarlo. Grazie, comunque 🙂
@Fabio: onestamente non mi sono posto la questione. A meno che la persona che mi chiede una mano non sia proprio il peggior essere del pianeta è difficile mi rifiuti… tempo permettendo, il che (come ho scritto a Rizard) è invece un lusso che mi manca in questo periodo.
@Hibernia: non temere, non ho intenzione di diventare paranoico, anche perché di gente del cavolo ne ho incontrata tanta… e se anche avessi tempo di aiutarlo lo farei con la consapevolezza che sto facendo un favore ad un estraneo e non più ad un amico.
Grazie a tutti, davvero.
Per quanto mi riguarda il tuo vaffanculo è più che giustificato e non condivido l’opinione di tentare un riappacificamento. Gli amici, anche come i più cari, hanno un vantaggio rispetto ai parenti: quando sono scomodi si cambiano. Lui non si è comportato bene con te… è stato lui a rompere con te. Senza colpa da parte tua. Che si arrangi: non sei l’unico informatico… ha bisogno di aiuto ed è disposto a pagare? Le pagine gialle gli saranno di aiuto a trovare chi poter pagare. Stronzo che non è altro.
Cavoli… non è frequente leggerti così incazzato 😉
Grazie, davvero 🙂
Io ti direi di andare, così dimostri di essere superiore. Cordiale e formale e professionale.
Sono sicura che lo sapresti fare benissimo! 😉
Ok, capito, vuoi farmi arrossire 😉
Grazie, carissima 🙂
il lavoro bisogna sempre farselo pagare, amici o non amici. bè, a esser sincera, se si è proprio amici-amici, c’è qualche imbarazzo a farselo pagare. spetta all’amico che ha chiesto il lavoro imporsi affinché venga retribuito l’amico che ha lavorato per lui. non so se è chiaro quello che ho scritto…
vabbè, comunque, decidi tu il da farsi: se ci vai, fatti pagare, tanto non siete più amici-amici.
aries, metaforicamente parlando, io l’ho presa tante volte in quel posto da persone che credevo amiche e che poi, quando si son fatte i cazzi propri, si sono dimostrate diverse e menefreghiste. non sai la rabbia che ho dentro.
ombre, il tuo discorso incazzoso ha sorpreso pure me.
@Siana: ti sei spiegata e sono perfettamente d’accordo con te… ed ovviamente mi spiace per la rabbia di cui parli 🙁
Se trovi il tempo vacci, fatti pagare, e rilascia la ricevuta.
E’ un cliente, non un amico, ed è stato lui a scegliere questo ruolo.
Me ne viene in mente un altro, di soggetto del genere: voglia il Cielo che mi chieda un favore, prima o poi!
Bella faccia di bronzo, non c’è che dire… I suoi principi di cattolico prevedono anche che sia lecito voltare le spalle ad un amico da ripescare solo in caso di bisogno?…
Queste cose mi mandano in bestia…Sarà che oggi girano anche a me… :-@
@Miai: non lo sai? Io ormai sono scomunicato, i principi non contano più con me… :/
Un abbraccio
Io non ci andrei e lo lascerei arrangiare!
Ipocrita che non è altro!
Ultimamente ce l’ho a morte con questo genere di persone…
Tornata!!!
Un abbraccio
Cate 😉
Ovviamente non eravate “fratelli”.. Al di là che penso che sto tipo abbia delle idee medievali.. se non condivideva le tue scelte poteva dirtelo, esprimerti la sua opinione con la sincerità che agli amici è concessa. Ma poi doveva restarti a fianco e sostenerti… hai fatto benissimo a non andare!
condivido in pieno quello che dice ombre!!! ma quale pace??? quando una cosa si rompe puoi pure rincollarla, ma sempre rotta resta!!!!
Fra
@Cate: allora siamo in due ad avercela a morte… Bentornata! 🙂
@Trudy: grazie dell’appoggio 😉
@Fra: effettivamente…
“dagli amici mi guardi iddio che dai nemici mi guardo io”
che triste … anche a me è successo e ho sempre pensato che infondo fosse colpa mia, anche perchè il mio carattere (non troppo infonso) non è dei più dolci … magra consolazione,vedo che succede anche agli altri
e non capisco il perchè! perchè si è amici fino ad una certa età e poi non più?!
Barbara -mah!-
@puglia: sarà … io preferisco gestirmi sia gli uni che gli altri
@Barbara: penso onestamente non sia questione di età , ma di scelte che si fanno e di valore che si dà alle parole; io, quando lo chiamavo amico o fratello, lo credevo veramente, fino in fondo. Si vede che per lui non era così.