Strani segnali
Tre piccole premesse:
1. a casa di mio padre ho un pc vecchio di diversi anni al momento fermo perché probabilmente è partito l’alimentatore (tranquillamente sostituibile), nonché una vecchia multifunzione che ora mio padre usa (dopo una lunga spiegazione) come mini-fotocopiatrice
2. mio padre ha il vezzo di scrivere (come già detto nel post sulla giornata "poetica") e l’ha sempre fatto a mano
3. mio padre non ha mai imparato a programmare il videoregistratore, litiga ogni volta che deve leggere o scrivere un sms (al punto da essere pronto a buttare via il cellulare per la rabbia) ed una volta è riuscito a mandarmi uno di quei "messaggi predefiniti" senza neanche rendersene conto.
Fine premesse.
Squilla il telefono stasera, verso le 20, come al solito.
E’ mio padre per il salutino giornaliero e, dopo i saluti di rito, la conversazione suona pressapoco così:
– Senti una cosa (l’ultima volta che ha iniziato così una frase ho rischiato di finire anche al pranzo successivo alla "giornata poetica", capite che le mie orecchie si sono abbastanza drizzate)
– Dimmi (tono diffidente ed anche un po’ nervoso)
– Quel coso in cameretta funziona? (il "coso in cameretta" è il pc di cui sopra, per la cronaca)
– Beh, probabilmente ha un pezzo guasto, ma dovrei sistemarlo senza grossi problemi, perché? (la diffidenza aumenta, un po’ come dire "ok, come mi vuoi fregare?")
– E volendo lo si può usare come macchina da scrivere? (ora, mentre faccio notare che non ha risposto direttamente alla mia domanda, i peli sul mio collo iniziano a sollevarsi per il pericolo imminente)
– Cosa intendi come "macchina da scrivere", scusa? (sì, lo ammetto, ci ho girato intorno, ma siate comprensivi e pensate al trauma che stavo subendo…)
– Sì, insomma, posso scrivere su carta?
– Beh, se colleghiamo la stampante che c’è e ti spiego come usare un programma (non posso credere al fatto che lo stia dicendo sul serio…) direi di sì… (non so perché ma sento come un martello che si avvicina pericolosamente ai miei attributi…)
– E, senti, ma se sbagli poi il coso ti corregge? (dev’essere un incubo, deve per forza…)
– Beh, in un certo senso… (via quel martello, cazzarola!!!)
– Ah, bene, allora quando vieni puoi provare a sistemarlo? (il martello colpisce in pieno)
– (sentendomi ormai mancare) Sì, certo, nessun problema
– Eh eh, chi l’avrebbe mai detto, vero? (sento una certa vena sadica nella sua voce, sarà un’impressione o….?)
– Già, dillo a me…
Ora, fatte salve le premesse di cui sopra e tenuto conto che il giorno in cui dovrò spiegargli come usare Word ed il mouse trasformerà il ricordo del mio corso più difficile in una passeggiatina su un prato fiorito, vorrei porre l’accento su alcuni avvenimenti concomitanti:
1. mio padre, che ancora non ha ben capito che lavoro faccio di preciso ed, anzi, ritiene assurdo che esista un lavoro che implichi lo stare seduto tutto il giorno al pc, mi chiede di spiegargli come usare un programma di videoscrittura
2. oggi ho visto Stitch fare le flessioni usando la sedia come una sbarra
3. oggi era il 6.6.6
Se questi non sono segnali dell’Apocalisse poco ci manca…. speriamo di finire in tempo la coda di lettura, almeno.
ciao complimenti per il tuo blog,scrivi molto bene
Ciao a te e grazie mille! Torna quando vuoi 🙂
Quando hai finito con tuo padre lo spieghi pure a me il Word? °_°
Beh, se non sei grave quanto lui volentieri 😉
Non so quanto sia grave lui,ma so con certezza che io sono peggio! 😀
Quando inizia la prevendita, magari on-line, dei biglietti per assistere come spettatori alla lezione di Word che impartirai a tuo papà …!?
@lostris: la sfida si fa interessante, quasi quasi la colgo 😀
@marcy: lascia perdere, sarà uno spettacolo indimenticabile… temo :O
che forza! sembra mia madre…
sage
Aspetta a dire che forza… io lo sto temendo 🙂