Racconto: 15 e 30

E già, questo informatico ogni tanto scrive anche dei racconti ed ha pensato "perché non propinarli anche ai lettori del blog"? Detto fatto, questo è il primo e si intitola 15.30: ispirato da un vecchio video degli Ultravox ("Dancing with tears in my eyes").
Spero sia gradito (altrimenti cavoli vostri, oh ).

15.30
Non ricordo di essere mai tornato a quest’ora, anche se lei spesso mi ha rimproverato per questo: "Possibile che tu non riesca a prenderti un pomeriggio libero? Neanche di venerdì? Neanche per noi?".
(Corri, idiota)
Ed io niente, troppo preso dai "doveri", troppo sicuro che avremmo avuto tempo.
Già.
Tempo.
Ero convinto di avere sempre tempo, ma non avevo mai tempo per lei.
(Perché sei un idiota)
Per lei mai abbastanza.
Lei poteva aspettare, aspettava sempre.
(Sei fiero di te, ora? Lo sei? Corri, idiota, corri)
Che stronzo.
Me l’ha detto tante di quelle volte che ho perso il conto.
Ed aveva ragione.
Ogni volta.
Solo che ero così stronzo da non capirlo, da offendermi, da ritenerla un’egoista.
(Era lei l’egoista, vero? Era lei a non pensare abbastanza a te, vero?)
Che stronzo.
(Corri stronzo corri stronzo corri stronzo corri stronzo corri stronzo corri stronzo)
Mai visto così poco traffico, ma penso sia normale, data la situazione.
(Normale? Stai scherzando, vero? Corri!)
Spero di fare in tempo.
Devo fare in tempo.
Ti prego, tu ed io non abbiamo mai avuto molti contatti, ma ti prego, visto quel che mi stai facendo, quello che ci stai facendo, ti scongiuro, fai che arrivi in tempo.
(Ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego)
Dannazione.
Non so neanche quanto manca.
Tra pochi minuti sarò arrivato, ma se non avessi pochi minuti?
(Ti prego, fai che faccia in tempo, ti prego!)
Non posso neanche chiamarla, il cellulare ha smesso di prendere quasi subito, com’era da aspettarsi…
Abbiamo tutti troppi conti in sospeso, tutti da saldare.
Ora.
(Soprattutto ora, vero idiota?)
Non è giusto.
(Ti prego…)
Ero sicuro ci fosse tempo.
(Ti prego… almeno questo…)
Ne ero sicuro!
(Ti prego… fai che abbia il tempo…)
Avevamo tutta la vita davanti.
Ed ora questo!
Non è giusto!
Perché?
Abbiamo ancora tanto da fare, da vivere, perché?
(Perché? Perché? Perché? Perché? Perché? Perché? Perché?)
Devo dirle ancora tante di quelle cose, tutte quelle per cui pensavo di avere tempo.
(Idiota)
Ed ora potrebbe essere tardi.
(Dio, ti prego, NO!)
Perché? PERCHÉ?
Sono arrivato.
(Corri!)
Lascio la macchina aperta, potrebbe servire, ma poi chi se ne frega a questo punto.
(Corri!)
Salgo in casa.
(Corri!)
La porta è aperta.
O mio Dio.
E se non ci fosse?
(No. Non questo. No!)
Se avesse avuto la mia stessa idea ed ora fosse in quella coda che ho visto nella direzione opposta?
(Non farmi questo!)
La chiamo.
"Amore!"
(Rispondi, ti prego!)
Niente.
Sto sudando freddo.
"AMORE!"
(Dove sei?)
Aspetta.
Sento un rumore sommesso.
Lo seguo.
Eccola.
E’ ai piedi del letto, singhiozzante.
(Piccola mia…)
Mi inginocchio e la stringo forte.
"Shhhhh… Amore, sono qui… Sono qui…"
(Grazie grazie grazie)
"Sei arrivato? Davvero? Ma… Ma… Io credevo… Ho sentito la radio… Ed ho avuto paura… E tu non c’eri… E non riuscivo a chiamarti… Dicevano che le strade erano bloccate… Non c’eri… Ero sola… Avevo paura… Dio mio… HO paura….”
“Lo so, lo so, amore, ma sono qui ora… sono qui”
(Grazie grazie grazie)
Si calma a fatica.
“Ed ora cosa facciamo?”
La guardo.
La bacio.
Piangiamo.
Ci amiamo.
Come fossimo affamati.
Come fosse la prima volta.
Come tutto dipendesse da questo.
“Scusami… di tutto… scusami… avevi ragione tu… hai sempre avuto ragione tu…”
“Shh….. Baciami e basta, ti prego…”
La bacio ancora…. Le nostre labbra sanno di lacrime…
“Ti amo”
“Ti amo anch’io. Ti ho sempre am…”
 
14.30
“INTERROMPIAMO LE TRASMISSIONI PER COMUNICARE LE ULTIME NOTIZIE:
LA SITUAZIONE INTERNAZIONALE E’ PRECIPITATA.
A NULLA SONO VALSI I TENTATIVI DELL’ONU PER FAR RIMANDARE L’ULTIMATUM.
E’ STATO APPENA LANCIATO UN ATTACCO SU VASTA SCALA.
L’OBIETTIVO SEMBRA ESSERE LA CAPITALE.
LE FORZE DELL’ORDINE PREGANO LA POPOLAZIONE DI NON FARSI PRENDERE DAL PANICO.
A BREVE ULTERIORI COMUNICATI.”

 

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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6 risposte

  1. altarboy ha detto:

    questa è vecchia, ed anche tu 🙂

  2. Aries ha detto:

    Ti vanti solo perché sei uno dei fortunati ad averla già  letta 🙂

    PS: grazie di essere passato 🙂

  3. Anonimo ha detto:

    ….questo racconto è una sferzata di ottimismo per iniziare la giornata….
    :-S
    bella idea, comunque….bravo!
    grimm

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  4. Aries ha detto:

    Beh, non è colpa mia se leggi al mattino, io l’ho postato ieri sera 🙂
    Grazie per i complimenti 😉

  5. Anonimo ha detto:

    Ah. Quindi era una buonanotte nelle tue intenzioni? Volevi farci venire gli incubi? Bastava una tua foto…

    (ok, può bastare… ma questa te la commentai a suo tempo, perciò ora posso passare ad altro…)

    Tora

  6. Anonimo ha detto:

    a me è piaciuto tantissimo!
    non scherzo.
    se devo anche essere sincera in realtà  sono riuscita a trovarci una vena di ottimismo, anzi molto ottimismo.
    alla fin fine il protagonista fa in tempo

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