I clienti
Chi lavora in proprio come me da alcuni anni (ma anche chi sta a contatto col pubblico) impara bene col tempo a classificare la clientela con cui viene in contatto: confrontandomi con altri, mi sono reso conto che le categorie sono quasi sempre quelle, magari semplicemente adattate in base all’ambito lavorativo, per cui ho pensato di provare a fare un giochino ed a elencarle, partendo dal presupposto che mi riferisco all’ambito informatico che ben conosco.
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Il cliente impedito e conscio di esserlo: a colpo d’occhio potrebbe sembrare il non plus ultra dell’utente, quello che comunque vada si rivolgerà a te come salvatore della sua macchina misteriosa e ti potrà condurre verso la beatificazione informatica… e potrebbe anche essere così se non ci fosse il rovescio della medaglia: il cliente impedito ti chiamerà SEMPRE. E quando scrivo sempre lo intendo letteralmente:
E’ sparito l’audio al pc? Arriva la telefonata per chiedertene il motivo (salvo poi scoprire che aveva disattivato l’audio).
Vuole comprare della carta? Altra telefonata perché così è più comodo che ad andare al centro commerciale (non badiamo che spenderebbe molto meno in quel caso…)
Vuole installarsi un gioco? Si telefona al consulente, lascia perdere che è Ferragosto a mezzogiono
Non sa che pantaloni mettersi? Ma sì, chiamiamo il consulente informatico, magari lui un’idea ce l’ha…Ovviamente questo comporta che le (pochissime) volte in cui i problemi che si trova ad avere sono realmente seri li si prendono sottogamba dati i precedenti: un po’ come la favola di Pierino ed il lupo, no?
Si potrebbe pensare che questo tipo di cliente sia molto remunerativo: niente di più lontano dalla verità! Il cliente impedito, proprio perché tale, spera che gli si risolvano i problemi possibilmente a costo zero o quasi ed ovviamente in un tempo che neanche Flash (il velocista dei fumetti) riuscirebbe a battere.
Da valutare se tenerlo per bontà d’animo o meno. -
Il cliente consapevole: è l’esatto opposto dell’impedito. Di solito si tratta di qualcuno che lavora nello stesso ramo od in un ambiente simile e quindi SA il tipo di lavoro e di costi che ci possono essere per vari lavori; può trattarsi dell’EDP di una azienda medio/grande o più semplicemente di un responsaibile più sveglio della media, fatto sta che è un piacere lavorare con un soggetto del genere e se ne capita uno bisogna tenerselo stretto e coccolarlo più di un animale in via di estinzione.
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Il cliente privato: appartengono a questa categoria sia i privati veri e propri (quelli che non hanno partita iva, per capirci) sia alcune azienda a conduzione familiare. Sono un incubo. L’ultimo che mi è capitato mi ha fatto dannare un mese con 5 preventivi di fila per comprare due pc e si è impuntato ad un certo punto perché voleva essere sicuro che pc e monitor fossero dello stesso colore! Dopo aver spiegato non so quante che comprando in un magazzino non è possibile far aprire le scatole per vedere il colore della merce (già lo immagino il mio fornitore….) e che se la differenza cromatica non fosse stata di suo gradimento non avrei sicuramente potuto prendere le macchine indietro mi sono trovato a costretto a dirgli che se gli stava bene era così, altrimenti poteva andare in un centro commerciale e rompere l’anima a loro…. Ovviamente i pc ha finito per comprarli da me, valla a capire la gente…
Oltre all’esempio già descritto (e ce ne sarebbero mille altri così) il VERO grosso problema è che clienti del genere fanno guadagnare (se va bene) due o trecento euro in un anno ma sembrano convinti di aver dato da mangiare a questo informatico morto di fame per almeno sei o sette mesi, con relative rotture di attributi periodiche e frequenti.
Categoria da perdere, se possibile -
Il cliente ragionevole: possiamo immaginarlo come una sottocategoria del cliente consapevole. La differenza sta nel fatto che il "ragionevole" non conosce bene il campo e quindi si affida al consulente in maniera quasi totale fidandosi in maniera adeguata dei suggerimenti ricevuti. E’ un buon cliente, da tenere adeguatamente da conto: certo, può capitare che sbrocchi in situazioni d’emergenza, ma la maggior parte delle volte lavorarci sarà un piacere ed una soddisfazione.
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Il cliente arrogante: penso sia il peggior in assoluto. Di solito non conosce assolutamente nulla del campo lavorativo del consulente, ma è convinto di saperne quasi quanto lui con risultati catastrofici… alcune chicche?
– non sa come ottenere un risultato, ma vuole che il consulente ci arrivi schioccando le dita
– se si sente dire che una cosa è lunga o improponibile nei risultati guarda la controparte come se avesse svelato un bluff da 2.000 euro a poker e riesce solo a rispondere che nulla è impossibile, quindi va fatto
– quando gli viene spiegato il motivo di un qualsiasi funzionamento lo sguardo si perde dopo 30 secondi e viene da chiedersi se stia pensando alla profondità dell’universo o a quanti peli ha nel naso
– ogni volta che mette mano ad un software appena sviluppato (e testato) non segue minimamente le istruzioni date (vedi punto precedente), inizia a premere pulsanti a caso e finisce col dire che "non funziona niente"
Come si potrà notare è l’evoluzione verso il lato oscuro del cliente impedito: hanno entrambi le stesse capacità, ma dove quest’ultimo ti considera la sua ancora di salvezza, l’arrogante sembra pensare costantemente "lo so che mi vuoi fregare, ma io sono molto più furbo e capace di te, non credere" (già, verrebbe da rispondere, ed è per questo che hai solo software piratati in azienda ed una password Administrator per tutte le macchine, probabilmente mangi pane e volpe ogni mattina).
Come si noterà è ben ristretto il parco dei clienti meritevoli e sembra sempre più assottigliarsi. Il consiglio per chi sta per intraprendere un lavoro come il mio? Quasi sicuramente all’inizio troverà clienti impediti e privati con uno o due (se è fortunato) clienti ragionevoli: stringa i denti e vada avanti con ciò che c’è, così da fare esperienza… arriverà prima o poi qualche altro "ragionevole" e, in caso di estrema fortuna, almeno un consapevole: volete loro bene come fossero di famiglia, perché sono loro che vi danno davvero da mangiare 🙂
E nel caso di clienti arroganti che fare? Qui dipende tutto da quanto il cliente arrogante paga e da quanto è forte la vostra pazienza: se paga bene e riuscite a resistere tenetelo finché è possibile, ma quando non ne potete più mandatelo al diavolo spiattellandogli in faccia la sequenza di idiozie che gli avete visto fare da quando lo conoscete; certo, non lavorerete più con lui, ma volete mettere la soddisfazione?
Quanto mi dai per non fare nomi e cognomi? 🙂 Suvvia non fare quel faccino, possiamo raggiungere un accordo! Chi stira per il mese di maggio? 🙂
Sweetie
Ecco, sapevo non era una buona idea lasciare l’indirizzo del blog alla mia dolce metà :-))))))
sono scoppiata a ridere in ufficio…
se mi buttano fuori sarà colpa tua…
sage
Azz… di questo passo questo blog mi si rivolterà contro :))))))
Quelli arroganti li appenderei a testa in giù ad una trave (chiodata), tenuti per le palle.
Tora.
Soluzione interessante che terrò da conto quando sarà necessario 🙂
Allora dunque:
cliente impedito: cellò;
clente consapevole: cellò! (evvai!)
cliente privato: mi manca (fiuuuu)
cliente ragionevole: cellò anche lui!
cliente arrogante: mi manca (corn e ricorn)
poi ci sono tutte le vie di mezzo ^__^
Pensa che invece io ce li ho o ce li ho avuti tutti 😉
Il cliente arrogante è comunque il peggiore :/