80. Cosa farei?

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Io che farei?

Me lo sono chiesto più volte non solo in questi giorni, ma anche in situazioni passate. Cosa farei?

Cosa farei se mi trovassi davanti a una situazione come quella di Civitanova, se vedessi qualcuno picchiare e uccidere qualcun altro, cosa farei?

Sarebbe bello pensare che sicuramente interverrei.

Sono cresciuto leggendo eroi e supereroi e ho una forte convinzione di ciò che è giusto e sbagliato (e di tutto ciò che c’è in mezzo). Ho un’etica, voglio pensare. Per cui vorrei davvero poter rispondere che sicuramente interverrei, che proverei a fermare la situazione, che non è pensabile non intervenire.

Certo, lo scriverei stando seduto alla tastiera del mio ipad, in una situazione calma, senza neanche avvicinarmi a uno scenario del genere.

Così è comodo, così siamo bravi tutti.

Ma se mi ci trovassi cosa farei? Se ognuno di noi ci si trovasse, cosa farebbe?

A me è successo di trovarmi in situazioni molto meno gravi e ogni volta ho avuto un comportamento differente.

Mi è capitato che una persona urlasse a due mie conoscenti e che mi piazzassi in mezzo senza pensarci.

Ho assistito davanti ad altri a un uomo che urlava a un anziano in metropolitana (ne parlai secoli fa qui) e solo una persona intervenne. Non ero io.

Qualche giorno fa, camminando lungo la Martesana, un rider stava discutendo con una coppia di ragazzi e uno di questi stava minacciandolo. Ho guardato a distanza e le cose poi non sono precipitate, ma sarei intervenuto?

Mi è successo una sera di accorgermi di una ragazza che sembrava preoccupata da qualcuno che poteva apparentemente seguirla e di fermarmi a tenere d’occhio la scena finché il ragazzo ha svoltato in una direzione opposta a quella di lei.

Quindi? Questo cosa fa di me? Qualcuno che interviene solo se conosce le persone? O a cui non frega nulla di un anziano che riceve insulti? Una vittima più o meno cosciente dell’effetto spettatore? Altro ancora?

Cosa spinge ad agire o non agire? La paura (perché non è che intervenire non sia rischioso, non scordiamocelo) o la sua assenza? Il menefreghismo o il suo opposto?

Non credo ci sia una risposta unica e non è mia intenzione darla, anche perché il mancato intervento in questa situazione è solo uno degli aspetti che ha disgustato istintivamente ognuno di noi: ci sono stati i commenti a posteriori ma, soprattutto, ci sono state le riprese col cellulare che hanno trasmesso quel senso di distacco, di mancanza di empatia che più di tutto ci ha disgustato. Ma come? Una persona sta venendo picchiata e invece di intervenire riprendi col cellulare?

Ed è vero, è comprensibile, perché sicuramente tra quelle persone c’è stato chi avrà pensato solo a come poi avrebbe ricondiviso sui social. E altri avranno – disgustosamente – anche fatto il tifo. Ma ci sono state persone che hanno urlato di fermarsi. E alcuni di quei video verranno usati come prove.

Di nuovo, istintivamente chiunque abbia fatto video senza reagire ci fa ribrezzo, ma tutti sono condannabili? Noi, in quel momento, cosa avremmo fatto?

Io continuo a non saper rispondere, anche se penso che non avrei pensato a tirare fuori il cellulare e riprendere la scena, di questo sono ragionevolmente sicuro. Il che mi fa sentire già un po’ eticamente superiore rispetto ai presenti, nonostante quello che ho appena scritto.

Quello che più scrivo e più penso è che non possiamo sapere come avremmo agito ma forse dovremmo chiederci perché si è agito in quel modo e come si dovrebbe fare.

Il perché è tanto articolato e fuori dalla mia portata che non ho la presunzione di analizzarlo qui e ora, anche se qualcosa mi ha colpito: nel post su wikipedia che ho linkato sopra, a un certo punto si parla delle motivazioni per cui l’effetto spettatore potrebbe essere più forte per qualcuno rispetto ad altri. Una di queste cause è il pensiero che – istintivamente – si possa pensare che la persona davanti a noi in realtà possa essersi meritato ciò che sta subendo.

Ecco, quando ho letto queste parole mi sono bloccato perché le ho incrociate coi commenti letti. E mi chiedo se il problema non stia proprio lì. Quando gli agenti di polizia escludono fermamente che quanto avvenuto sia un atto alimentato dal razzismo, non solo stanno negando una realtà sotto gli occhi di tutti, ma stanno minando anche una possibilità che in realtà temo possa essere estremamente fondata: che il razzismo (anche non consapevole, purtroppo) sia alla base anche dell’incremento dell’effetto spettatore per chi era presente. Che, in qualche modo, il pensiero che la vittima potesse stare subendo una meritata punizione si sia fatto strada. E che il numero dei presenti che non agivano abbia potuto confermare questo pensiero.

Il che ci riporta a monte: al fatto che possiamo non sapere come agiremmo e magari non faremmo ciò che ci piace pensare, ma possiamo cercare di sradicare in noi e in chi conosciamo quei pensieri latenti che potrebbero influenzare il nostro comportamento. E non inganniamoci: chi più chi meno tutti ne abbiamo, perché ci siamo cresciuti immersi dentro e liberarcene è uno sforzo conscio quotidiano.

E l’altra cosa che possiamo fare è provare a leggere qualche consiglio su come dovremmo comportarci, così da cercare di assimilarlo e farlo nostro.

Il Post ha proposto oggi un articolo interessante al riguardo, lo trovate qui: https://www.ilpost.it/2022/08/01/rezioni-aggressione-intervenire/

Non è molto, lo so. Ed è frustrante non poter essere certamente fedeli a una certa immagine che vorremmo avere di noi. Ma è qualcosa, credo.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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