Da una biblioteca
Seduto in una biblioteca che fino a poche ore fa neanche sapevi esistere, in un paese la cui esistenza ti era altrettanto ignota.
Stai bene. Stai lavorando e sei più produttivo di quanto a volte capiti da casa.
Ieri hai lavorato altrettanto bene in un centro commerciale, godendoti momenti in un modo nuovo eppure completamente tuo, tuo prima che sapessi che potesse esserlo.
Sorridi pensando che poco meno di un anno fa la tua amica Elisa aveva detto che tu eri già nomade digitale senza saperlo: aveva ragione e un po’ ti diverte e un po’ ti scoccia ammetterlo. Ma dato il risultato sei felice avesse ragione.
Funzionano così, credi, i cambiamenti giusti, quelli che ci si spalmano addosso e ti accorgi che sono adatti a te: ti ci immergi e sono semplicemente normali, sono un nuovo aspetto della tua vita in cui ti senti vestito come da un abito di sartoria, al punto che ti devi fermare e renderti conto che no, non è stato sempre così e, anzi, è così da un metaforico ieri.
E così ti ritrovi a lavorare in una biblioteca che tu non conoscevi ma è perfetta per le tue necessità, dopo aver passeggiato su sabbie che appartenevano al tuo passato e aver avuto la netta sensazione di aver chiuso un ennesimo cerchio, dopo aver mangiato due poke in due giorni, aver dormito in una suite che non doveva essere tua, aver mandato messaggi a un tavolo di distanza, aver ricevuto due bellissimi regali di non-compleanno, aver sentito “love theme from blade runner” suonarti dentro forse per la prima volta nella tua vita, dopo aver detto tante, tantissime volte “sì, ecco, è giusto così”.
E pensi che se qualcuno ti chiedesse se ne vale la pena risponderesti probabilmente “quale pena?” e che questa vita, fatta proprio così come questi giorni, ti piace. Ti piace proprio.
E finisci per volerlo scrivere perché un giorno sai che tornerai qui sopra e vorrai ricordare dove e come eri in questi giorni, così come già ora vai a rileggere messaggi di due mesi prima.
Perché il bello, quando c’è, non va solo vissuto.
Va ricordato.
Va celebrato.
Anche e soprattutto da una biblioteca sperduta.