Brainstorming

lonely woman standing on rocky coast
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Un post un po’ sparso, ma mi serve per mettere pensieri in ordine. Anzitutto, però, voglio dire grazie a diverse persone che su Facebook o in privato mi hanno scritto dopo aver lette il mio ultimo post; vedevo poco fa che ha avuto 198 letture e almeno 54 condivisioni su Facebook: non sono numeri enormi per siti con un certo giro, ma sicuramente non sono minuscoli per questo, il che mi colpisce parecchio.

Sebbene – ci tengo a precisarlo – non fosse un banale modo di chiedere complimenti o attenzioni, non posso negare che vedere certe reazioni aiuti e faccia bene: quel post è stato uno scoprirmi doloroso, anche perché trascrivere vuol dire non poter soffocare certi pensieri, ma prenderli per cercare di estirparli. Utile, forse, ma di sicuro fa un male cane.

Per cui grazie, sinceramente grazie. E grazie anche alle persone che hanno detto “bravo, capita anche a me, è proprio così”, perché quello era invece uno degli scopi a cui aspiravo: ricordare a tutti noi che quella voce c’è – a volte più violenta a volte meno – in quasi tutti. E se siamo pronti a dire che ha torto quella degli altri, allora dobbiamo ricordarci che la stessa regola vale per noi (sì, Alessia, lo dico anche e soprattutto a te, amica mia).

Fatte queste premesse, dov’è la mia testa in questi giorni?

Sparsa, sicuramente. Gennaio è andato ed ha avuto il sapore di una lunga attesa di un qualcosa che non è detto né se né quando arriverà. Nel frattempo si sono messe in moto alcune cose e anche alcuni pensieri.

Ho iniziato il corso sul giornalismo del Post. Molto interessante, fatto bene, sono curioso di vedere cosa mi resterà alla fine. Ma lo sto seguendo con passione e questo è ciò che conta per ora.

Ho fatto la mia prima partecipazione a una Room di Clubhouse. Interessante, ma ho ancora tanti, tantissimi dubbi sulle potenzialità del mezzo. A parte il sistema a inviti e l’essere solo per Ios in questo momento, si tratta di un meccanismo che richiede molto tempo e che difficilmente potrà affiancarsi ad altri social. Potrebbe diventare una sorta di radio da ascoltare durante il giorno e tutto dipenderà dall’interesse e dalla qualità di speaker e ascoltatori, ma secondo me ha parecchia strada da fare e il rischio che stufi prima di attecchire veramente e non solo perché c’è hype è enorme. Ciò non toglie che se abbastanza persone tra chi mi segue sui vari social fossero iscritte potremmo farci una chiacchierata a voce una sera. Ovunque sono oldmanaries.

Ogni tanto mi torna in mente che potrei rifare la sfida del post al giorno e poi mi chiedo se ne varrebbe la pena. Interesserebbe a qualcuno? Sarebbe utile a me? Avrei qualcosa da dire? Ho tempo per farla? Diverse domande non hanno risposta se non quelle che posso dare io, la prima invece riguarda chi passa. Per cui facciamo un test: se avete letto fin qui commentate dove volete e ditemi se vi piacerebbe. Per chi non lo sapesse: la sfida è di scrivere un post al giorno per un anno su questo blog. Senza limiti minimi o massimi di lunghezza e senza topic specifico.

Più ci penso e più noto quanto ciò che ho scritto a questo link valga e continui a valere: stavo per riscriverne, ma a che serve?
Forse collegato, forse no, sto ancora ragionando su risposte a una story che ho fatto ormai più di una settimana fa in cui chiedevo chi fossi io per chi mi seguiva, intendendo sia “chi sono per te che mi conosci” che “che idea ti sei fatt* tu che non mi conosci”. A parte il fatto che sono grato dei tantissimi complimenti, una cosa mi continua a risuonare in mente. L’utilizzo – quando non era possibile usare “amico” – della parola persona. Il che può essere qualcosa di molto bello (persona inteso come essere umano completo), ma che continua a risuonarmi anche come un’astrazione e non so perché sia così. Come se l’utilizzo di “persona” rendesse il tutto il più distaccato e meno personale. Ha senso? Probabilmente no. Eppure continuo a chiedermelo.

Seguire il corso del Post mi ha fatto anche notare una cosa che non ritenevo possibile. Potrei aver voglia di ricominciare a insegnare. Non in modo regolare, a scuola o cose del genere (non potrei a prescindere), ma comunque trasmettere la mia conoscenza. Qualcuno potrebbe dire che già ci sono i podcast ed è vero (a prescindere dalle pause attuale e future), ma in qualche modo la mia mente non sta associando le due cose. Onestamente non so neanche su cosa focalizzarmi: ho sempre insegnato informatica, ma avrebbe senso ora? E poi cosa di preciso? E ancora, come? Lezioni su Zoom? Corsi preregistrati (nah, penso mi romperei)? Altro? Boh, non lo so. C’è però un piccolo seme che si è piantato in testa, vediamo se germoglierà in qualche modo.

Quindi? Quindi boh, è un post segnaposto, di quelli inutili per chi legge e forse anche me che scrivo, ma che in qualche modo mi permette di far uscire dalla testa i pensieri che si stanno accalcando al suo interno. E di pensieri, dubbi, insicurezze, domande ce ne sono e ce ne saranno ancora molti.

“Lo sai?”.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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