Riparliamone. Purtroppo.
19 marzo.
Mi sveglio e, come al solito, cerco di prendere coscienza di questo mondo cazzeggiando con le storie di Instagram.
A un certo punto me ne capita una di una donna che seguo: non la conosco personalmente, mai scambiato messaggi, ma è comunque un account che seguo da qualche tempo.
Nella sua storia fotografa una pagina in cui si dice che Jennifer Lopez ha denunciato di essere stata molestata in passato da un regista che le chiese di mostrargli il seno.
I fotogrammi successivi della suddetta storia instagram mostrano vari abiti con profonda scollatura della Lopez e il commento “Non volevo dirtelo, ma il tuo senso l’abbiamo visto tutti”.
Ci risiamo.
Di nuovo slut-shaming, di nuovo da una donna a una donna.
Perché non si vuole capire che una può anche essere andata in giro a culo nudo per tutta la vita, può anche essere o essere stata una pornostar, può anche fare la prostituta di professione, ma questo non autorizza nessuno a molestare e fare richieste fuori luogo. Che J.Lo. voglia mostrare il suo seno in pubblico è una sua prerogativa, un suo diritto, così come suo diritto è che nessuno si senta autorizzato a chiederle di mostrarlo a prescindere.
Non è che se io ho visto una persona nuda una volta allora ho in automatico il diritto di vederla sempre, in qualunque momento, quando mi pare, eh? Perché questo ragionamento poi sarebbe applicabile a qualunque cosa, inclusa il far sesso: siamo stati a letto insieme? Allora ho il diritto di chiedertelo, anzi, di pretenderlo per il resto delle nostre vite.
Il ragionamento alla base di “abbiamo visto tutti il tuo seno” è lo stesso e implica quel dare la colpa a una colpevolmente “troia” (virgolette d’obbligo, in questo caso) del fatto di aver subito una molestia.
E che una donna lo dica di un’altra donna, purtroppo, non stupisce, ma non lo rende meno grave.
Ma oggi non ci facciamo mancare nulla e, defollowata la persona in questione, sono passato su facebook e mi è capitato un opinabile post sulla festa del papà.
Una libreria di Milano ha ben pensato di scrivere un augurio già di per sé strano, perché era rivolto alle “mamme che devono fare da papà”. Si chiamano mamme. Hanno la loro festa. Scriverne oggi è poco sensato. Ma non importa, questa è un’opinione personale. Il problema è l’immagine usata per la celebrazione.
Un culo.
Di donna.
In uno slip trasparente.
Infiocchettato.
Quindi, riepilogando, chiunque abbia pubblicato questo post ha pensato che fosse una buona idea fare gli auguri alle donne invece che ai papà e, per farlo, ha pubblicato una foto di un culo femminile infiocchettato.
Questa la lascio qui senza aggiungere commento, che se avete bisogno di spiegazioni su quanti siano i motivi per cui è sbagliato non saranno certo le mie parole a migliorare le cose.
E, ovviamente, non metto il link o il nome della libreria, che di pubblicità se ne sta facendo pure troppa.
Dico solo che è il 19 marzo 2018 e ancora mi tocca scrivere post come questo.