Di silenzi e cambiamenti
Questo blog è sempre stato specchio di ciò che sono io, in contenuti, toni, modalità d’essere. Poco da stupirsi, quindi, se in questi giorni non stia scrivendo praticamente nulla: rispecchia perfettamente quella sensazione di ottenebramento mentale ed emotivo che sto attraversando.
Un limbo in cui ci si sveglia, si lavora, magari si scrive una recensione, se va bene si vede un amico e poi si va a letto.
Qualche eccezione, sì, grazie a momenti con persone che sanno distrarti o strapparti un sorriso, ma eccezioni limitate al momento in cui vengono vissute, incapaci – per ora – di portare con loro strascichi ed effetti duraturi.
Per cui scrivere di cosa? Per cosa? Più semplice – lo ammetto – il silenzio.
Ma intanto si va avanti. Ieri è stato un mese che Stitch se n’è andato e la sensazione di lontananza è estraniante.
Ma oggi sarebbe anche stato il dodicesimo anniversario del suo arrivo a casa.
E domani, domani è il giorno in cui qualcun altro arriverà di nuovo, come a chiudere un cerchio o aprirne uno nuovo.
Questo mese mi ha fatto capire che per quanto io stia male al pensiero di non avere più Stitch in casa, avere casa vuota aggiunge spaesamento e dolore al dolore: il non prendermi cura di nessuno mi fa scordare di prendermi cura anche di me stesso e questo non posso e non voglio permettermelo.
Così, domani, tre nuovi ospiti arriveranno a casa. Due sorelline molto giovani e un micio più adulto. Vengono a casa perché loro, una casa, non ce l’hanno e se la meritano. E so che Stitch non avrebbe battuto ciglio.
Il suo posto, nel mio cuore, non sarà mai di nessun altro, ma ho bisogno di prendermi cura di qualcuno e loro hanno bisogno che qualcuno si prenda cura di loro.
Sarà strano, avrà un sapore che non immagino, ma è giusto così e andare avanti passa senza alcun dubbio da qui.
Da loro.
Da Sheppard, Sissi e Sasha.
Sperando di darci vicendevolmente quello di cui abbiamo bisogno.