Scelte
Una decina di giorni fa sono stato messo a parte di potenziali future evoluzioni in ambito lavorativo, con un cliente in particolare. Evoluzioni che, per molti altri, avrebbero significato una pura e semplice reazione di entusiasmo, ma che a me invece hanno fatto sorgere un po’ di pensieri.
Il problema più grosso era il rischio di essere tentato di accettare qualcosa che non avrei accettato in altre situazioni solo per il timore di non poter gestire in tempi brevi l’alternativa: sostanzialmente accettare qualcosa per obbligo di fatto invece che per scelta; l’aggravante è che le mie impressioni sulle potenzialità negative erano, appunto, solo tali e, di conseguenza, con quella quota di dubbio sulla loro validità che non è certo la più grande alleata in sede di decisioni.
Poi, qualche giorno fa, ho ricevuto delle informazioni in più, anche se per altre vie, e ho scoperto che quei dubbi che avevo sono, in realtà, potenziali certezze e che, nonostante la potenziali bontà generale dell’offerta, le conseguenze sulle mie priorità sarebbero state pesanti e non accettabili.
Così mi sono sentito più leggero.
Non perché sia tutto deciso, anzi, in realtà devo ancora conoscere la proposta finale, ma perché ora ho la consapevolezza che se tale proposta non sarà davvero di mio gradimento, allora la rifiuterò.
Certo, poi dovrò rimboccarmi le maniche e gestire i nuovi sviluppi, ma ne varrà la pena.
Perché a 43 anni (di cui quasi 18 di attività), dopo rinunce, dopo pensieri, dopo aver sperimentato il dovere contare anche i centesimi, dopo aver vissuto nella paura, dopo aver provato quasi ogni possibile condizione, ora ho una certezza.
So quali sono le mie priorità.
So che io lavoro per vivere e non il contrario.
So che i soldi saranno un criterio di scelta solo nel caso in cui non sappia come mangiare.
So che ho una vita slegata dal lavoro e non intendo sacrificarla.
So che se voglio prendermi uno o due giorni di riposo posso farlo senza chiedere il permesso a nessuno, sacrificando di tasca mia due giorni di fatturazione.
So che se domani voglio lavorare da Bologna, da Lucca o da Londra posso farlo.
E questo, mi dispiace, non sono disposto a barattarlo. Non finché avrò possibilità di scegliere.
Cosa celebri oggi?
Il saper definire le mie priorità e non essere disposto a sacrificarle se non per disperazione.
L’avere il coraggio di continuare a farlo.