Supernatural 13×01. Lost And Found.
Supernatural ci ha da sempre abituati a finali di stagione più che travolgenti, con la classica domanda “e ora?” appesa sulla testa dello spettatore in attesa di una risposta nella stagione successiva. Abbiamo visto ripetute morti di entrambi i fratelli, abbiamo assistito all’arrivo dell’Oscurità, al ritorno in vita di personaggi morti da tempo e chi più ne ha più ne metta: la dodicesima, però, si era chiusa con un susseguirsi di eventi drammatici in quantità e velocità anomale anche per gli standard della serie, e con quella solita domanda ancora più prepotente.
Nel giro di pochi minuti avevamo perso due personaggi ormai fondamentali come Crowley e Castiel, avevamo visto l’esilio di Mary e Lucifer in un mondo parallelo e, non meno importante, avevamo assistito alla nascita del tanto temuto figlio del diavolo stesso, quel Nephilim per difendere il quale Castiel si era sacrificato, nel corpo non di un infante, come ci si sarebbe aspettati, ma di un adolescente fatto, finito e prestante.
Il timore, quando ci si trova di fronte a cliffhanger di questo tipo, è che la season première successiva non sia in grado di gestire l’attesa e le implicazioni di quanto visto e finisca per buttare al vento in pochi istanti quanto di buono era stato costruito in precedenza: è bello poter affermare che non è sicuramente il caso di questo primo episodio della tredicesima stagione.
La puntata si apre dove eravamo rimasti, con Sam di fronte a Jack, il Nephilim figlio di Lucifer e della defunta Kelly Kline, seduto nudo nell’ombra e con gli occhi dorati splendenti; l’arrivo di Dean, pochi istanti dopo, e la sua reazione istintiva di sparare al neonato scatenano il susseguirsi di eventi che guida lo spettatore e i personaggi nel prendere le misure non solo con quanto stanno vivendo nell’episodio, ma anche con quanto è accaduto alla fine del precedente.
Ricordiamoci, infatti, che se per noi sono ormai passati cinque mesi, per i due fratelli sono trascorsi solo pochi minuti da quando hanno visto morire due amici (perché, diciamolo, Crowley era ormai tale) e sparire di nuovo la madre: un residuo emotivo alla base della reazione istintiva di Dean che, inizialmente troppo simile a una regressione del personaggio, è invece perfettamente spiegata nel corso dell’episodio e, soprattutto, ha senso.Dean ha perso tutto, fratello escluso, e per quanto lo riguarda la causa è Jack: è normale che, sull’onda del dolore e dell’emozione, la sua prima reazione sia cercare di ucciderlo; questo non è il Dean che ha imparato a trattenere gli istinti se necessario, questo è il Dean più sanguigno, quello che viene fuori nei momenti di peggior difficoltà e, proprio per questo, tornerà a più miti consigli nel corso dell’episodio, quando le emozioni dovranno far posto alla praticità della situazione.
È grazie ad alcuni flashback ben posizionati che vediamo la sua componente più fragile tornare a galla: il suo dolore lo porta a rivolgersi a Chuck, quel Dio che li ha abbandonati nell’ormai remoto finale dell’undicesima, e gli chiede di pagare; di restituirgli tutti: Mary, Castiel, anche Crowley, perché glielo deve, per tutto il dolore e le sofferenze a cui li ha lasciati. La prevedibile mancata risposta di Dio è quella che, paradossalmente, lo riporta coi piedi per terra: spariti gli amici, i Winchester rimangono da soli e da soli dovranno affrontare e gestire ciò che verrà, senza potersi concedere lussi come l’abbandono alla sofferenza.
Dopo tutto quello che hai fatto, ce lo devi, figlio di puttana.
Quindi ora porti qui il tuo culo e metti tutto a posto.
Sam, di contro, è sempre più se stesso: razionale, con il desiderio di comprendere prima di attaccare e la volontà di non abbandonare le speranze. È Sam, nel corso dell’episodio, a ripetere più volte che non sanno se la madre sia perduta per sempre, è Sam a parlare con Jack e far breccia nella rabbia e nella paura del giovane Nephilim ed è sempre Sam che, nel momento in cui tutto sembra già perduto, trova la prontezza di sfruttare il proprio sangue per disegnare un sigillo di bandimento e liberarsi così di alcuni angeli fin troppo interessati al ragazzo.
Jack, dal canto suo, nonostante sarà di certo un elemento fondamentale della stagione, viene affrontato in modo non del tutto originale, ma comunque con parecchi spunti interessanti e ben scritti.
Appena venuto al mondo, l’unica parola subito pronunciata dal Nephilim è father e il suo scopo sembra essere esclusivamente quello di trovare il genitore, il cui compito sarà di proteggerlo. Lo vediamo così, liberatosi facilmente dei Winchester, girovagare nudo per le strade, interagire con adolescenti del posto e finire per essere portato negli uffici dello sceriffo: non c’è un istante in cui lo spettatore non tema che Jack possa fare del male o peggio a chi incontra, ma almeno per ora il ragazzo è solo quasi onnipotente ma, al contempo, confuso.
Ha poteri incredibili, un corpo adulto, conoscenze nate dal suo rapporto con la madre e con Castiel durante la gestazione, ma è letteralmente vivo da poche ore e deve scoprire ogni cosa: il fastidio dei vestiti, il piacere dei cibi dolci, il dolore di una ferita fisica, la paura, la rabbia; molto indicativo e ben reso è, da questo punto di vista, il dialogo che spiega perché sia nato in un corpo adulto.
Mia madre…
Ha detto che il mondo è un luogo pericoloso.
Ecco… ecco perché non potevo essere un neonato o un bambino.
Io…
Ecco perché sono dovuto crescere in fretta.
Sarà estremamente interessante vedere come verrà gestita la sua crescita nel corso della serie: le potenzialità sono indubbiamente molte e in mano a bravi sceneggiatori possono aprire spunti paragonabili a quelli dell’uso di Dio nell’undicesima stagione.
L’episodio, quindi, funge in qualche modo da epilogo reale della stagione precedente, in quanto il falò coi corpi di Castiel e Kelly è un simbolico (ma non tanto, dato che è Dean stesso ad affermarlo) addio ai personaggi ma, sembra, anche almeno a una parte delle soluzioni narrative che ci hanno accompagnati fino a oggi. Un epilogo e, nel contempo, un prologo che pone alcune basi, ma che ancora non ci dice, fortunatamente, quale sarà la direzione che verrà intrapresa: Lost and Found. Persi e trovati. Mai titolo potrebbe essere considerato più letterale, a questo punto.
Tante sono le incognite e le domande alla fine della visione: quale piano sarà messo in atto da Lucifero? Che strada prenderà Jack? Dean rimarrà dell’idea di doverlo uccidere (appurato che si riesca a trovare un modo) o finirà per accettare la posizione più fiduciosa di Sam?
Ultima, ma non per alcuni fan, è la domanda relativa al destino di Castiel: sarebbe stato facile e altrettanto irritante sfruttare i poteri di Jack per riportare in vita l’angelo, ma così non è stato e, anzi, più volte è stato ribadito che Castiel è morto senza possibilità di ritorno; sappiamo, però, che al contrario di Mark Sheppard, Misha Collins è stato confermato nella stagione, per cui sarà interessante vedere come gestiranno la cosa: un dopplegänger del mondo parallelo? Un tardo ritorno in vita? Qualcosa di ulteriormente diverso? Si vedrà.
Nell’insieme un buon episodio di partenza, con scene d’azione ben girate e momenti di riflessione ottimamente calibrati; i semi per una stagione avvincente ci sono tutti, per cui attendiamo fiduciosi gli sviluppi.