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Ventun’anni sono tanti.
Ci sono persone che conosco che sono poco più vecchie, per dire.

Ventun’anni sono letteralmente una vita e quando rappresentano parte della tua, quasi metà della tua, le proporzioni e i tempi e le lontananze si fanno ben più evidenti.

Ventun’anni oggi, o meglio, la notte scorsa.

È strano, sai? Ricordo praticamente tutto di quella sera. Cosa stavo leggendo, dove mi trovavo quando babbo rientrò in casa disperato, cosa feci le ore dopo; ricordo cosa feci la mattina precedente, l’ultima volta che venni in ospedale.

Ma i giorno precedenti e quelli successivi sono ormai una nebbia, così come nebbia sono le emozioni legate a quando c’eri. Ho i ricordi, nessuno può levarmi quelli, se non la vecchiaia che avanza, ma le emozioni, quelle si dissolvono piano piano e finisci per ricordare come se ricordassi un film.

So che mi manchi, certo, ma mi manchi a prescindere: mi manchi perché mi sei mancata per ventun’anni, mi manche perché sei mancata a quel ventiduenne, ma questo quarantatreenne sa solo che non ci sei stata per buona parte della sua vita.

Tu non lo conosci, lui non ti conosce più.

Sono mancanze croniche, che diventano dati di fatto, che si fondono nella tua vita e non sai più distinguere il fatto che non per tutti è così, che c’è chi non ha perso sua madre a ventidue anni, chi non ha trascorso senza di lei buona parte della sua vita.

Tante parole per dire che la tua assenza si sente ogni giorno eppure non saprei immaginare una vita con la tua presenza e questo, tra tutto, è forse il torto maggiore che può farti la perdita di chi ami, quello da cui non ti riprenderai mai del tutto.

Ma manchi.

Lo dico ogni anno perché è vero: so che litigheremmo e probabilmente ci scanneremmo in molti momenti, così come so che probabilmente non sarei ciò che sono se non avessi imparato a camminare da solo da quando non ci sei più, ma manchi.

Non potrebbe essere altrimenti, neanche ventun’anni dopo.

Cosa celebri oggi?
Il sapersi rialzare. Anche dopo i peggiori dolori. Per se stessi e per chi non c’è più.

Sempre.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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