43 – qualcosa

Tra due giorni saranno 43.
Non lo scrivo per farmi fare gli auguri, direi che quella fase l’abbiamo superata da anni.
Constatavo, semplicemente, che saranno 43.
Su una mensola ho le candeline dei 42, che erano state messe sopra i bignè che avevano sostituito la torta: quest’anno non ci saranno candeline, ci sarà però la solita giornata dedicata a me stesso.
Pranzerò probabilmente fuori, magari un gelato, se il tempo lo dovesse permettere potrei andare a leggere in qualche parco.

Cose semplici.

Non dico scrivere, perché per quanto sia un piacere e sia importante, è anche qualcosa che richiede impegno mentale e quel giorno, invece, voglio che sia all’insegna del non-impegno.

43.

È strano, perché sono mesi che dico di avere quasi quarantatre anni o di averli già, come se superati i quaranta i compleanni arrivassero prima, non saprei spiegarlo meglio.

43 e a volte ho la sensazione di non aver combinato tutto quello che avrei dovuto, che tutto sia in ritardo, che le attese siano sempre troppo lunghe: si tratta di una sensazione irrazionale, sia chiaro, probabilmente dettata dagli anni passati a mettere toppe, risolvere problemi, correre dietro a soluzioni spesso lontane. Se si passa parte del tempo a svuotare una barca dall’acqua non si può utilizzarlo tutto a remare, no?

Ma non consola e, anzi, amareggia e, diciamolo, l’impressione che siano solo scuse a volte c’è. 

E intanto proviamo a fare ciò in cui sono bravissimo: facciamo cambiamenti, quelli in mio potere, quelli su cui posso davvero far qualcosa.

La sveglia un’ora e mezza prima anche se non serve.

Il tentativo di ottimizzare gli orari.

La volontà di imparare nuovi aspetti sul lavoro.

Chissà, magari anche riuscire a trovare il modo di scrivere una pagina ogni giorno: sarebbe bello, ma devo ancora trovare ritmo e chiave.

43 meno un giorno e qualcosa e sono alla continua ricerca.

Di stimoli, strade, obiettivi, traguardi, sfide.

A volte, come in questi giorni, il sapore è frustrante e dolceamaro, ma è ciò che sono e, soprattutto, è ciò che voglio essere.

L’unica certezza che penso di avere.

A 43 anni è già qualcosa, forse.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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