Liberi
Oggi una persona è dovuta morire via da casa sua perché nel suo paese (sì, minuscolo) non ha potuto decidere della propria dignità.
Una persona ha dovuto andare all’estero per vedere rispettato quello che dovrebbe essere un diritto fondamentale di ogni persona: la possibilità di decidere della propria esistenza.
Inutile citare Eluana Inglaro, Welby e tanti altri.
Inutile, finché la nostra legislazione e i nostri politici sono tanto indegni.
Eppure basterebbe poco, ma quel poco è la differenza tra bigottismo e mentalità illuminata, tra libertà e fascismo: quel poco è capire che ognuno deve avere diritto di vivere come preferisce anche se tu ritieni sia sbagliato.
Amare chi si desidera.
Sposare chi si ama.
Abortire, se si ritiene opportuno o necessario.
Morire, se non si riesce più a vivere.
E invece no.
Invece bisogna entrare nelle vite altrui.
Bisogna decidere se e quando è giusto decidere per la propria vita e bisogna farlo solo quando si ha maggiore probabilità di rompere i coglioni e c’è la minima incidenza sui propri.
Già, perché molti pro-life, poi, esultano per i morti in mare, perché si sa che alcune vite sono più vite delle altre.
George Carlin diceva che i pro-life si interessano a te fino al momento della nascita, poi sono cazzi tuoi. Aggiungerei, fino al momento della nascita o nella malaugurata ipotesi tu voglia morire con dignità. Per tutto il resto, oh, hanno il loro culo caldo a cui pensare.
Facile così.
Facile dire “non hai diritto di morire” se non si cammina in quelle scarpe.
Molto facile.
Molto ipocrita.
Molto disgustoso.
Non nascondetevi dietro citazioni della Bibbia tagliate ad arte, non parlate di “primo passo verso lo sterminio”, perché siete talmente falsi che anche la falsità prova schifo per voi: il vostro solo desiderio è controllare. Controllare le vite altrui. Perché? Sarebbe facile dire perché le vostre non valgono nulla. Troppo facile. La verità è che non so perché: non so cosa, nella mente di un essere che dovrebbe essere raziocinante, possa far scaturire la presunzione di poter decidere cosa è giusto e sbagliato nelle vite altrui applicando esclusivamente un proprio discutibile criterio di moralità. Non lo capisco.
Non lo capirò mai per i diritti omosessuali, non lo capirò mai per il diritto all’aborto, non lo capirò mai per il diritto di autodeterminazione.
Sarà che io, quel piedistallo, non l’ho mai sperimentato e non voglio sperimentarlo.
Per favore, pensate alle vostre vuote vite. Riempitele con qualcosa, fosse anche lo sterco che diffondete sui social.
Ma lasciateci liberi di vivere e morire come ci pare.
In sostanza, fatevi i cazzi vostri.
Noi, ve l’assicuro, faremo lo stesso.
Anzi, no.
Noi lo stiamo già facendo.