Trappist-1

Volete un consiglio? Segnatevi questa data. 22 febbraio 2017. 22/2/2017.
Non è neanche difficile da ricordare, con tutti quei 2.
Segnatevela.

Segnatevela come quel giorno in cui il “se” è diventato “quando”, segnatevela come il giorno in cui avete assistito a (o sentito riportare) qualcosa di tanto grande da non rendercene conto ancora del tutto.
Perché ora, in questo preciso istante, è solo una notizia. È qualcosa che ci arriva come informazione, come conoscenza, come nozione. Ma è dalla conoscenza che nasce tutto e, se riusciremo a non ucciderci tutti nel giro di una generazione o due, arriverà un momento in cui la conoscenza di oggi diventerà la realtà di domani.
Per i nostri figli? Non lo so.
Per i nipoti? Forse.
Per i pronipoti? Probabilmente.
E per quanto mi bruci sapere che non sarò vivo per vedere cosa quei pianeti nascondono, so che, se supereremo la merda che ci circonda, un giorno arriveremo lì. Ce la faremo.

E non mi frega nulla se questo non vi cambia la vita ora, mi frega che nell’oscurità in cui navighiamo in questo momento, nell’ignoranza, nella grettitudine, nello schifo che ci circonda, la scienza ha dimostrato di essere ancora l’unica vera luce: quella che può dimostrarci cosa possiamo essere, cosa dobbiamo diventare, a cosa dobbiamo puntare.

Stasera, la scienza, ci ha raccontato che a quasi 40 anni luce da noi ci sono sette pianeti grandi quanto la Terra (più o meno).
Di quei sette, tre (TRE) sono nell’area di abitabilità e almeno due (DUE) potrebbero avere le condizioni climatiche e di atmosfera per essere una seconda Terra.
Stiamo dicendo che ora sappiamo che a distanza di 40 anni luce ci sono pianeti che potrebbero essere abitabili o abitati.
Che ora ne abbiamo le prove e non è più un sogno di fantascienza, ma è una realtà scientifica.

E non importa se quei pianeti non saranno raggiungibile per secoli (perché sì, io sono convinto che prima o poi il viaggio interstellare si farà grazie a una scienza che ancora non conosciamo), ora sappiamo che ci sono. Ed entro cinque anni potremmo conoscerne l’atmosfera. Potremmo sapere se davvero sono potenzialmente accoglienti.
Sapere.
Come non entusiasmarsi per questa parola? 
Sapere.

Non è fantascienza. Non è neanche ufologia. 
È scienza, è scoperta, è sangue sputato pur di poter guardare là fuori.

22 febbraio 2017.

Ora sappiamo che un giorno incroceremo altri pianeti abitabili. E altre forme di vita.

Ora lo sappiamo.

E se queste vi sembra meno che meraviglioso, se non riuscite a comprenderne la grandiosità, allora mi spiace per voi: fate parte di quell’oscurità che citavo. Scusate, preferisco la luce di una Stella Nana Bianca attorno a cui gravitano sette pianeti rocciosi.

De gustibus.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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