Ci risiamo
Chiunque abbia trascorso una parte piccola o grande della propria vita con diversi chili di troppo addosso è ben cosciente di quanti siano i momenti in cui gli altri (termine da utilizzare nel senso più ampio possibile) si sentono in diritto e in dovere di rimarcare non soltanto la condizione di sovrappeso (ma va? Grazie, non me n’ero accorto, non ci fossi tu) ma di fornire anche una serie di ulteriori indicazioni che possono andare dalla ricetta magica per dimagrire alla preoccupazione per lo stato di salute della persona che sta davanti: tutto annoverabile nel meraviglioso, enorme calderone dei “fottuti consigli e pareri non richiesti”.
Se questo è già irritante e fastidioso nella vita di tutti i giorni (ricordate il tizio che voleva far assaggiare i formaggi?), diventa ancora peggio e sulla soglia dell’umiliante quando avviene in situazioni di disagio emotivo o fisico.
Esempio classico (e, ovviamente, odierno)?
Gli esami medici.
Prima che diciate qualcosa: è assolutamente ovvio e banale che se vado dal mio medico curante o da qualunque altro specialista la cui area di competenza viene influenzata dal mio peso è corretto che il professionista mi esprima la sua opinione e le sue indicazioni. È anche altrettanto scontato (o dovrebbe esserlo) che tale professionista si assicurerà, prima di tutto, di conoscere la mia storia clinica e personale, di verificare eventuali disfunzioni, problematiche, anche semplicemente di sapere se, in realtà, pur essendo sovrappeso sto già lavorando per dimagrire e quanti chili eventualmente ho già perso.
Se invece vai a fare una radiografia per verificare eventuali cause di dolori alla schiena, c’è qualcuno che non ha un cazzo di diritto di dire nulla al riguardo: il radiologo che si occupa di fare quella radiografia.
Compito del radiologo è eseguire correttamente l’esame, verificare che io non mi muova e, in certi casi, quando la persona è molto ansiosa, cercare di metterla a suo agio.
Dire che il paziente deve dimagrire non è compito suo.
Chiedere quanti chili ha preso durante le feste natalizie non solo non è compito suo, ma è anche qualunquistico, supponente e, diciamocelo, ignorante.
Perché, grandissima testa di cazzo, tu non sai chi hai davanti. Quella persona può avere problemi endocrini, può essere in un percorso che è partito da parecchio tempo e che sta seguendo con impegno, può, semplicemente, avere una marea di problemi che non ti riguardano e di cui non sei a conoscenza e il tuo commento, le tue parole possono fare danni.
Non è un pezzo di carne.
Non è un ammasso di grasso.
È una persona che, se si trova lì, non sta bene e ha solo bisogno che tu faccia il tuo lavoro.
E il tuo lavoro non è esprimere commenti, non è lanciare sentenze, non è fornire consigli non richiesti: è assicurarsi che quella fottuta radiografia venga come si deve.
Punto.
Ma, si sa, chi è sovrappeso non merita alcun tipo di rispetto, di attenzione, di cura, di correttezza: si sa che chi è sovrappeso è solo un ciccione pigro che non si fa il culo e che basta ripeterglielo a sufficienza per far sì che raggiunga l’illuminazione.
Ma andate a fare in culo, andate.
Di cuore.
Terribile Sergio, ti sembrerà magari strano, ma so bene cosa significa, le persone hanno la sensibilità sotto le scarpe..andassero veramente a fanculo.
Ricordo quando due anni fa una vicina di casa incrociata sul pianerottolo “eh la madonna se sei ingrassata”
Brutta merda schifosa, forse non le è abbastanza chiaro cosa mi è successo? Ma a parte le tragedie e i lutti, potrei essere malata, o depressa o qualsiasi altra cosa, e come cazzo ti permetti?
No, non mi sembra strano. Il contatto con l’insensibilità altrui è all’ordine del giorno, purtroppo. Un abbraccio forte :*