Come da tradizione

Dovrei iniziare ripetendo, come faccio ogni anno, che per me il vero capodanno è un altro e bla, bla, bla. Tutto vero, ma questo non toglie che vedere cambiare l’ultima cifra delle nostre date abbia comunque un certo effetto mentale.

Sono tutte convenzioni, siamo d’accordo, ma rimangono convenzioni che fanno parte della nostra vita di tutti i giorni.

Quindi, finito con le premesse, facciamo un po’ il forse banale punto.

È stato un anno difficile.

Personalmente penso sia stato uno degli anni peggiori della mia vita.

La malattia e poi la morte di Zen, la paura di perdere tutto, a partire da casa mia, il vivere con una spada di Damocle sulla testa (paragone che ho usato mille volte, ma che difficilmente sarebbe superabile come correttezza), il dovermi confrontare con la delusione nei rapporti con persone per le quali avrei messo la mano sul fuoco: sono tutti ingredienti che hanno contribuito a renderlo l’anno della sopravvivenza, prima di tutto.

Ma, se mi fermo a ragionarci, mi rendo conto che di cose belle e importanti ne sono comunque accadute. Il lavoro, che non andava così bene da tempo, ma anche il contraltare alle delusioni, quel supporto (a volte aspettato, a volte proprio no) che in questi mesi mi ha aiutato a stare a galla; non so se ce l’avrei fatta senza e pur pensando (ovviamente) all’aiuto materiale di molti, rimane ancora pù importante quello morale. Ho avuto dimostrazioni di affetto e stima maggiori di quanto avrei immaginato e questo è qualcosa di prezioso, da tenere stretto.

C’è stato del bello, anche molto, ma quando il dolore è tanto, quando il buio sovrasta, la luce sembra sparire un po’ di più.

C’è stata epurazione, ci sono stati nuovi arrivi, c’è stato dolore, c’è stato affetto, c’è stata disperazione, c’è stata gioia.

E soprattutto sono sopravvissuto.

Non sto a parlare di quanto abbia tolto quest’anno alla ricchezza delle nostre vite intese come comunità: mi basterebbe citare David Bowie, Prince, Gene Wilder, Leonard Cohen, George Michael e Carrie Fisher, ma ne terrei fuori troppi; così come il solo pensiero che questo sia stato l’anno che ha portato con sé Brexit e Trump è qualcosa che mi chiude lo stomaco.

Non so cosa sarà il 2017.

Se vogliamo tornare alle convenzioni di cui sopra, il 2017 non sarà. Saranno solo una serie di giorni da cui speriamo di ottenere il meglio. Ma nessuno di noi, o quasi, la vive così.

Quindi no, non so se il 2017 sarà meglio (basterebbe poco) o peggio (non c’è mai limite al), ma so cosa voglio augurare e sarà qualcosa di lievemente diverso.

Sono due cose.

La prima l’ho pensata giusto oggi, leggendo questa citazione che riporto qui:

Invece di dire “non ho tempo” provate a dire “non è una priorità” e provate a vedere come suona.

Spesso è una spiegazione perfettamente adeguata.

Ho tempo di stirare le lenzuola, solo che non voglio. Ma certe cose sono più difficili. Provate: “non correggerò il tuo curriculum, tesoro, perché non è una priorità”, “non vado dal medico perché la mia salute non è una priorità”. Se la frase non si adatta, avete trovato il nocciolo. Cambiare il modo di dire le cose ci ricorda che il tempo è una scelta. Se non ci piace come trascorriamo un’ora, possiamo scegliere diversamente.

(Dal Wall Street Journal)

Ecco, io vi auguro di riuscire sempre a calibrare le vostre priorità. E di saper scegliere bene. Il tempo è limitato, sfruttatelo al meglio.

La seconda è ancora più semplice.

Vi auguro di farcela.

In ogni campo.

Di farcela.

Di farcela a inseguire i vostri sogni.

Di farcela a superare gli ostacoli che sicuramente incontrerete.

Di farcela a conquistare chi amate.

Di farcela ad affrontare dolori e malattie.

Di farcela a dire no.

Di farcela a dire sì.

Di farcela a dire grazie, scusa, ti voglio bene, mi manchi, mi piace, ti amo.

Di farcela a chiudere porte.

Di farcela a chiedere aiuto.

Di farcela a rialzarvi.

Di farcela a capire di chi fidarvi e di chi no.

Di farcela a mollare il colpo quando è necessario.

Di farcela a tendere una mano.

Di farcela a essere felici.

Di farcela a combattere.

Di farcela a non chiudervi.

Di farcela a non arrendervi.

Di farcela ad affrontare i peggiori imprevisti.

Di farcela a riconoscere le più grandi gioie.

Di farcela a vedere il bello anche quando state male.

Di farcela a ricordarvi che, sì, potete farcela.

Possiamo farcela.

Da soli e insieme.

Possiamo farcela.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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4 risposte

  1. Fiorella ha detto:

    Ce la faremo, nonostante tutto e tutti…
    Ti abbraccio!
    Fiorella.

  2. Jabez ha detto:

    Oggi come non mai questo tuo augurio è davvero una spinta a trarre il meglio da fare questo nuovo anno!
    Grazie davvero e che possa valere anche per te!

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