Piccole grandi soddisfazioni

Due giorni fa ho raccontato della bella serata allo spettacolo di Jen Kirkman.
Oggi salta fuori che un critico del Guardian non ne ha tessuto lodi, parlandone in modo semplicistico ma anche, onestamente, sbagliato, partendo dal fatto di affermare che non ci fossero state molte risate, quando parecchie volte la sala è esplosa.

Ma va beh, di gente che critica per principio ce n’è, lo vediamo ovunque: il problema è che l’artista si è evidentemente risentita e ne parlava oggi su twitter, facendosi in qualche modo rassicurare da chi, invece, lo spettacolo l’aveva gradito eccome: è difficile dover tornare sul palco la sera stessa, dopo aver letto qualcosa che, sostanzialmente, demolisce quello che andrai a fare, non importa se a torto o a ragione.

Così le ho risposto anch’io, rassicurandola che ci eravamo divertiti molto e dicendole, en passant, che io stesso avevo scritto un post proprio perché lo spettacolo meritava; lei prima mi ha ringraziato, poi mi ha chiesto il link del post e, nonostante fosse in italiano, ha deciso di tradurlo il possibile con Google Translate e di ringraziarmi.

Risultato finale:

I consider this lovely review written in Italian to be the Official Jen Kirkman @sohotheatre review Google Translate https://t.co/JDPUlOHwCb

— Jen Kirkman (@JenKirkman) July 20, 2016

Il che fa piacere in tanti di quei modi che non sto ad elencare (e devo dire che la quantità di visite da più paesi ricevuta nelle ore seguenti non è neanche tra i primi):
Una cosa è certa: che la bellezza, sia essa espressa in immagini, risate, parole, gentilezza, riconoscenza o ringraziamenti, prima o poi paga e per me, oggi, è stato uno splendido dono di buon ritorno al lavoro e un degno modo di scordare qualche bruttura.

Sono soddisfazioni.

Piccole, forse, ma soddisfazioni.