Tre mesi dopo
Tre mesi che Zen non c’è più.
E quanto mi manca quel piccolo misantropo grigio.
Ogni tanto sulla cornice digitale compare una sua foto o Facebook mi mostra un suo ricordo o, semplicemente, mi viene da fare a Stitch una coccola che a lui non piace ma che Zen voleva.
Cose così.
Manca.
Manca tanto.
Tre mesi.
Come cambiano e come rimangono ferme le cose in tre mesi.
Attese.
Mi viene da sorridere all’ingenuità di tre mese fa, quando speravo di chiudere in fretta, quando pensavo che, in fondo, non ci sarebbe voluto molto.
Tre mesi.
Non avevo ancora attivato il crowdfunding (che ha aiutato tantissimo, sappiatelo, anche se la cifra è una frazione… e ovviamente sentitevi liberi di condividerlo ancora, che qui non è ancora finita).
Tre mesi e la mia vita “in sospeso” mi pesa sempre di più.
Questo non sapere cosa puoi fare perché non sai cosa accadrà e devi essere pronto alle evenienze.
Questo non avere la testa per riprendere a scrivere (e tra poco sarà un anno, non esiste che stia fermo ancora a lungo, accidenti a me).
Questo dovermi sforzare di trovare di che essere contento, perché altrimenti il grigio prenderebbe il sopravvento per arroganza.
Così mi aggrappo al pensiero che domenica sarò al concerto dei Duran.
Penso che tra poco più di un mese sarò a Londra per un viaggio deciso un anno fa, con la possibilità forse di incrociare Mark Hamill e Carrie Fisher: penso alla fortuna di averlo deciso un anno fa, perché oggi, coi casini, mi sarei fatto più di mille scrupoli.
Cerco di pensare alle ferie senza concentrarmi sul fatto che saranno tali in quanto “giorni non lavorativi”, perché, di nuovo, ora non è il momento.
Penso che, alla fine, il lavoro sta andando bene e questo, in questo periodo, è oro.
Ma sono tre mesi e Zen mi manca.
E sono stanco.
Non ho neanche più paura, sono solo stanco.
E ho voglia di partire.
Di tornare in posti amati e scoprirne di nuovi.
Di passeggiare su un lungo mare di una spiaggia lontana dove non si parla italiano.
Di scoprire cibi, scorci e monumenti.
Di assorbire e poi raccontare.
Di vivere.
E di riavere Zen.
Capisco cosa provi. La mia Sissi se n’e’ andata cinque anni fa, e anche mi manca. Eppure nella sua breve vita ti ha donato l’unica cosa che poteva: il suo amore. Conservalo con cura nel tuo cuore, e Zen vivra’ per sempre.
Quello, di sicuro.