Un passo indietro.

Ci sono frasi e modi di dire che, per quanto banali e ormai considerabili “frasi fatte”, portano con loro una base di verità innegabile.

Quante volta capita di dire che qualcuno, troppo immerso in una situazione, non può vederla chiaramente? Si può trattare di una storia, di un'amicizia, di una situazione lavorativa, poco importa.

A ben pensarci è come quando siamo troppo vicini, fisicamente, a qualcuno.

Quando succede non c'è modo che riusciamo a vedere quella persona nel suo insieme: noteremo dei particolari, certo; particolari che a distanza si perderebbero; particolari che, notandoli, ci sembrano importantissimi.

I particolari sostituiscono l'insieme.

Ma la persona non è fatta solo di quei particolari.

Non è solo quella limitata inquadratura ravvicinata che i nostri occhi permettono.

Dietro quella visuale ci sono gesti, aspetti, particolari e quadri d'insieme che non vediamo.

Non perché siano nascosti, tutt'altro, anzi: sono in bella vista, a portata di chiunque voglia vederli.

Ma noi siamo troppo vicini e spariscono.

Non ci sono.

Magari li cogliamo con la coda dell'occhio, ma siamo troppo intenti a guardare il particolare che ci piace tanto da ignorarli: se non li vediamo bene quanto quel particolare, probabilmente ci siamo sbagliati, no?

Sarà stato un bagliore.

L'immaginazione.

E rimaniamo su quel particolare.

E se qualcuno ci fa notare che al di fuori di quel particolare ci sono altre cose meno gradevoli, ci infastidiamo: noi stiamo vedendo l'essenza, cosa ne possono sapere gli altri che sono così lontani?

Noi sappiamo.

Noi.

Poi, prima o poi, se siamo fortunati, succede qualcosa e ci allontaniamo.

Può accadere per caso, per scelta, per necessità.

Un passo indietro.

Il particolare è un po' meno netto ora, la visuale più ampia.

Un altro passo.

Sempre meno visibile, anche se sappiamo dov'è, però ora per forza di cose il campo visivo si amplia.

Magari continuiamo a cercare il particolare, ma accidenti com'è difficile da vedere ora.

Un passo ancora.

Cinque.

Dieci.

Niente, il particolare non si vede più, ma ora c'è l'intero insieme.

E ci tocca guardare.

Se siamo fortunati, quello che vediamo ci piace ancora, anche se in modo diverso.

Scopriamo nuovi aspetti anche più affascinanti di quello che fissavamo con tanta attenzione.

Più cose da ammirare e vivere.

Se siamo fortunati.

Ma altre volte è diverso.

E ciò che da vicino sembrava tanto affascinante, da lontano perde il suo splendore.

Si vede il quadro d'insieme.

Si vede ciò che c'è intorno.

Si distingue chiaramente ciò che sembrava sostanza da ciò che è superficiale, ciò che erano pose, da ciò che è verità.

Si finisce addirittura per trovare ridicolo ciò che prima sembrava interessante.

Sono i momenti in cui, se si tratta di una fine o di un allontanamento in una storia d'amore, si finisce per dire “ma come facevo a starci insieme?”.

È capitato a tutti, sapete di cosa sto parlando.

Ma, come dicevo, non vale solo per le storie.

Vale per i rapporti umani sul posto di lavoro.

Vale per le amicizie.

Vale per tutto ciò in cui crediamo ma che, a volte, abbelliamo grazie ai nostri sentimenti.

Non è sbagliato, fa parte della nostra natura e solo una grande capacità permette a volte di allontanarsi con l'unico scopo di dare un'occhiata migliore e poi tornare ad avvicinarsi ancora più convinti.

Perché in cuor nostro sappiamo che quell'occhiata potrebbe frenare le nostre speranze, i nostri sogni e tutti, più o meno, vogliamo permetterci di sperare; ma prima o poi quel passo indietro lo si deve fare, correndo il rischio di scoprire che il re è nudo.

E il re, troppe volte, lo è.

Eppure quel passo va fatto. Va fatto per capire. Va fatto per vedere. Va fatto per le poche, splendide volte, in cui il re sarà vestito di tutto punto.

Va fatto perché sperare è bello, ma illudersi proprio no.

Va fatto perché il tempo è il nostro bene più prezioso e gettarlo con chi non lo merita è un crimine gravissimo.

Va fatto.

Per amore di noi stessi.

 

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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