Going west
Guidare fuori città.
L'ideale sarebbero strade poco battute, magari anche sconosciute, ma ci si accontenta dell'autostrada, quando non capita da molto.
Musica.
Lenti da sole.
Strada libera.
Un cielo che non è limpido, ma proprio per questo, proprio per le nuvole all'orizzonte è più vivo e vero.
Qualche treno alta velocità che ogni tanto ti supera, portando con sé chissà quante vite che, per puro caso, stanno andando esattamente dove vai tu.
O giù di lì.
E magari c'è qualcuno che conosce, hai conosciuto o conoscerai.
Chissà.
Guidi.
Otis Redding, Patti Smith, Joan Jetts, David Bowie, Duran Duran.
Un'accozzaglia di generi, parole e note che ben ti descrive e ancora tante ce ne sarebbero.
Guidi.
Ti manca abbassare il finestrino e far entrare odori e vento, ma ti accontenti.
Un aereo passa sopra di te, distante.
Altre vite sfiorate.
Sarebbe facile guidare a oltranza, senza decidere fin dove o se c'è un dove finale.
Sarebbe facile salire su un treno o un aereo.
Sarebbe facile e, in certo momenti, estremamente attraente.
Ma tu, di facile, non hai mai avuto nulla.
Probabilmente neanche l'hai voluto.
Prima o poi troverai un punto dove riposare le tue ossa.
“Sitting here and resting my bones”.
Ma non ora.
Non ancora.
Per cui guidi, alzi il volume e vai incontro alle nuvole.
Va bene così.