166. Come Sherlock Holmes
Come dicevo qualche giorno fa, ho deciso di digitalizzare tutte le foto che ho in casa, per evitare possano andare perdute.
Ho già parlato dell’effetto sulla memoria, ma stasera volevo sottolineare un aspetto più pratico.
Mio padre, quando facevamo sviluppare un rullino, aveva spesso l’abitudine di segnare dietro ogni foto dov’era stata scattata e quando.
Ricordo un giorno, quando si accorse che su alcune foto non l’avevo foto, che mi attaccò un monologo su quanto fossero importanti le scritte dietro, che una foto senza era una foto inutile, che serviva per ricordare dove, come e quando.
E ricordo anche che la mia reazione fu di sufficienza: la memoria c’era per quello, no? Com’era possibile scordarsi dov’era stata scattata una foto e quando?
Ovviamente avevo torto.
O meglio, non avevo considerato tutte le possibilità.
Tipo il trovarsi davanti a foto scattate ben prima della mia adolescenza, senza scritte (babbooooo, ma non dovevi averle scritte tutte????) e senza veri punti di riferimento che mi aiutino a collocarle.
Dai 15/16 anni in poi non è difficile e ricordo le date di praticamente ogni foto.
Ma prima? O dopo, quelle che non hanno punti di riferimento veri?
E quindi mi trovando in alcuni casi a fare analisi delle immagini che neanche Sherlock Holmes.
Dunque, in quella foto ci sono quei parenti, ma allora non possono essere scattate prima di un certo anno, perché fino ad allora non rivolgevano la parola con mia madre (eh già…).
Mmmm, ma in quella foto sono più grande o più piccolo di quell’altra?
Ma quella montatura di occhiali quando la mettevo?
E quel mio cugino quando si è sposato? Per forza dopo l’85, ma io nelle foto non ho gli occhiali, ma io li portavo già da prima, com’è possibile?
E le lenti che si scurivano al sole? In che periodo le usavo?
E quando diamine ho fatto la prima comunione?
Aspetta, ma in quella foto c’è un compagno che ho avuto solo in prima media!
E Lucky quanto era grande in quell’anno? No, impossibile, dev’essere stata fata l’anno dopo.
E così via.
Ammetto che alcune foto verranno catalogate in cartelle del tipo “1974-1979”, perché anche le mie capacità deduttive hanno un limite.
Un’operazione in parte stancante, in parte stimolante, eppure non posso fare a meno di pensare a quanto la nostra memoria sia tanto importante eppure tanto fragile: quelle foto e poco altro sono quanto rimane di una vita (e di un volto) che ormai non conosco più.
Fa rabbrividire il pensiero di quanto sarebbe facile spazzarli via.
(E comunque sia messo agli atti che io, a due anni e mezzo, ero un gran figo. Almeno una volta nella vita.)
Eri meraviglioso! Un monello da film…adorabile.
come dico sempre, sono peggiorato con gli anni 😉