128. Day 3
Che forse sarebbe da dire “Day 2 – il finale e poi Day 3” ma, diciamocelo, suonava parecchio peggio.
Come dicevo ieri sera, lezione da imparare per il futuro: se una cameriera di un ristorante cinese a Londra vi dice che un piatto è piccante, fidatevi. E, soprattutto, se vi è stato detto che un piatto è molto piccante, evitate di portarvi in bocca pezzettini di verdure rosse della cui identità non siete totalmente sicuri. Potreste pensare si tratti di peperoni e finire col trovarvi nelle mandibole peperoncini assassini modello Farheneit 451.
Poi.
Andare al cinema a Londra è molto figo.
Uno va, ad esempio, in Laicester Square, ci sono almeno tre cinema multisala e decide di andare a vedere Ant-Man (bello, tra l’altro, molto divertente, ma il post non è su questo).
Il cinema che lo trasmette si chiama Odeon e per un momento ci si trova spiazzati, temendo un clone del multisala milanese dove alcune sale sono grosse quanto il salotto di casa propria.
Ma qui siamo a Londra, impossibile una situazione del genere.
Per cui si va a comprare i biglietti (15.50 pounds, ‘tacci loro) alla biglietteria posta fuori dal cinema (quanto fa anni ’50…) e si seguono le indicazioni per l’ingresso in sala: entrare dalla caffetteria Costa posta accanto.
Sì, davvero.
Per andare al cinema si passa dalla caffetteria.
Non solo, a controllare i biglietti pensa la cassiera della caffetteria che, infatti, ci urla dietro mentre passiamo dritti per andare in sala.
Poco male, siamo al cinema a Londra, sarà una particolarità.
Ci si incammina quindi e si salgono le scale.
E sembra di salire quelle di un palazzo di appartamenti.
Miss Sauron riassume perfettamente il tutto con “stiamo entrando in casa di qualcuno”.
Arriviamo alla sala.
Apriamo la porta.
E sì, stavamo entrando in casa di qualcuno.
Il soggiorno, a occhio e croce, dato che la sala 2 dell’Odeon di Laicester Square a Londra è grande poco più del mio soggiorno, ha sì e no 8 file per 7 posti per fila.
Per 15.50 pounds a testa, lo ribadisco.
Ecco, magari io la prossima volta mi informo prima sulla capienza della sala, eh?
E voi, fidatevi, non andate mai in un cinema che si chiama Odeon: porta sfiga.
Io, intanto, ho deciso: d’ora in poi chi viene a casa mia pagherà cinque euro a visione. Per due euro aggiungo pure i pop-corn.
Che se lo fa l’Odeon posso farlo pure io, no?
PS: e oggi? Oggi colazioni all’inglese, complimenti sulla nostra pronuncia, mostre alla Tate Modern con annessa classicissima foto di St. Paul, hummus da tutte le parti, shopping qua e là e una serata al pub pre-matrimonio. E stasera ho ceduto al pound per un’ora di connessione. Ora nanna, che domani sarà intensa.