105. 7 anni dopo

Facebook ha da un po’ di tempo una funzione “memoria” che ci mostra ciò che abbiamo condiviso sul nostro diario nella stessa data di uno o più anni prima.

Per uno come me, per cui gli anniversari, le ricorrenze, sono qualcosa di quasi dolorosamente vivi, una funzione del genere è una sorta di misto tra gioia e dolore.

Può capitare che mostri momenti che avevo rimosso, siano essi di gioia o dolore, di cazzeggio o seri.

Mi ha ricordato il giorno in cui stavo per togliermi il cerchiaggio al ginocchio, quello in cui ho recuperato contatti persi da tempo o il fatto che una volta ero in contatto con persone poi sparite.

Il mio voyeurismo sulle date finisce per andare in tilt davanti a tanti promemoria e devo ancora capire se sia un bene o un male.

Oggi, però, è stato di sicuro un bene.

Mi ha ricordato che sette anni fa avevo pubblicato sul blog uno dei miei racconti a cui sono più affezionato.

Il primo ispirato a Sandman, nato dopo più di un anno di fermo e con la voglia di dire “qualcosa di più”.

Sette anni.

È strano pensare a quante cose sono cambiate in questi sette anni, a chi ero sette anni fa, a chi sono oggi, a cosa pensavo sarebbe stata la mia vita e cosa poi invece è stata, alle paure che avevo allora e a quelle che ho oggi, alle costanti rimaste e le variabili spazzate via.

Strano.

Mio padre era vivo.

Io ero figlio unico.

Non ero mai stato a New York.

O a Londra.

Amavo un’altra persona.

C’erano tre gatti in casa.

Il mio migliore amico non era ancora ex-migliore amico.

Non avevo neanche la prospettiva dei casini che ho ora.

Pesavo 15kg in più.

Avevo ancora il tendine sano.

Scrivevo il blog e scrivevo racconti, ma il romanzo non era neanche un’ipotesi: se me l’aveste chiesto avrei detto che non sarei mai stato capace e, c’è da dirlo, ancora mi chiedo se io davvero lo sia.

Sette anni.

Una vita trascorsa in mezzo, con dolori vissuti e causati, errori subiti e fatti, scelte giuste e sbagliate e l’unica, vera, costante.

Eppure quel racconto valeva allora come vale oggi.

Mi rappresenta oggi forse ancora più di allora.

C’è la mia sostanza, lì dentro.

Ciò che temo, ciò che spero, ciò che voglio riuscire ad essere.

Basterebbe questo a lasciargli uno spazio nel mio cuore.

Basta questo a riproporlo oggi.

E tra sette anni vedremo a che punto sarò.

Per chi ne ha voglia, si trova qui: https://www.oldmanaries.it/index.php/2008/07/26/eternamente-umani/

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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4 risposte

  1. Sevenmav ha detto:

    Sempre sempre sempre un racconto stupendo, che lo si legga 1, 10, 100, 1000 volte.

  2. La Strega ha detto:

    E c’è anche il mio commento col mio vecchio link. 🙂
    Nostalgia canaglia dei bei vecchi tempi di Splinder! (Ma dura poco, eh!)

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