101. Le regole sono regole

La tessera RicaricaMi, a Milano, è una sorta di racccoglitore di biglietti elettronici, che come dice il sagace nome, si ricarica a piacimento.

Il suo difetto è che scade e, quindi, periodicamente va sostituita.

La mia è scaduta un mesetto fa e, controllando per scrupolo, abbiamo scoperto che anche quella di Miss Sauron lo era e andava sostituita.

Oggi ero a Cadorna, dove c'è un ATM point, e ho ben pensato di cogliere l'occasione.

Esco dall'appuntamento con un cliente, scendo in metropolitana, sbircio nell'ATM point e, miracolo, lo vedo vuoto.

Mi fiondo dentro.

Ci sono due sportelli aperti, i numerini luminosi accesi col numero dell'ultimo utente servito.

Li guardo.

Guardo la dipendente davanti a me.

Le sorrido.

Mi avvicino e, dando quasi per scontata la risposta, domando candidamente.

– Dato che non c'è nessuno non serve il numero, vero?

La tizia mi guarda per un istante come se parlassi un'altra lingua, poi quando le mie orrende parole prendono forma nella sua coscienza, lo sguardo da vuoto diventa stupito e anche un po' inorridito.

A fatica riesce ad esprimersi.

– No no. Il numero va preso comunque.

Cerco di trattenermi dal cercare una telecamera nascosta.

Cerco anche di evitare di rispondere per non finire in una sorta di limbo Kafkiano.

Mi giro meccanicamente, premo il pulsante, raccolgo il numero.

Mi volto, faccio i due passi che separano la macchinetta dallo sportello, le consegno il prezioso foglietto.

La tizia rilassa i muscoli facciali ancora contratti, abbozza un improbabile sorriso e…

– Bene. Cosa posso fare per lei ora?

Comunque mi è andata bene.

Poteva chiedermi di mettermi in coda.