94. Eccezioni che non dovrebbero esserlo.

L’altro giorno c’erano una madre e una figlia perse su una mappa della metropolitana.

Mi sono fermato.

Ho chiesto se avessero bisogno di una mano.

Mi hanno guardato quasi stupite, come se mai si fossero aspettate che qualcuno si offrisse di aiutare senza che dovessero chiederlo.

Mi hanno ringraziato, le ho aiutate, ci siamo salutati sorridendo.

Mi è costato qualche minuto che avrei trascorso camminando più veloce per raggiungere la metropolitana.

Il ritorno è stato un po’ di calore e il sorriso di due sconosciute.

Ancora, qualche giorno dopo, una famiglia romana cercava il binario 2 sotterraneo a Porta Garibaldi. Erano al binario 16. Li ho sentiti. Li ho fermati. Ho dato loro indicazioni. Di nuovo un sorriso, di nuovo lo stupore, di nuovo un minuto del mio tempo che avrei trascorso guardando l’orologio stufo di aspettare il mio treno.

E, poco dopo, vedendo la scena, un signore anziano si è avvicinato di sua spontanea volontà per chiedermi un’informazione. L’avrei accompagnato, ma purtroppo il mio treno stava per partire. Però gli ho dato l’indicazione. Mi ha ringraziato ed è andato.

In due casi stupore.

Stupore.

Quando, di preciso, abbiamo smesso di dire e fare cose belle?

Quando è successo che dire una parola gentile abbia perso motivo di essere?

A volte ci penso.

Perché è una cosa che mi va stretta.

Farsi lo scrupolo nel proporsi di dare una mano a qualcuno o nel dire a qualcun altro “bravo”, “complimenti”, “stai bene”, “sei stato in gamba”, addirittura “ti voglio bene”.

Farsi lo scrupolo perché?

Per timore di essere fraintesi?

Perché altri, prima di noi, hanno detto certe parole mentendo e quindi rischiamo di essere accomunati?

Perché la cosa potrebbe non essere apprezzata?

Ma così come finiamo? Come siamo finiti?

Che non ci diciamo più cose belle ma non ci facciamo problemi a sputare veleno?

Che non sappiamo riconoscere tra chi una parola la dice tanto per dire o per arruffianarsi e chi invece la prova e la sente? E magari ha dovuto trovare il coraggio per dirla?

Perché non possiamo dire un “sei stato bravo”?

Perché non possiamo donare un sorriso a chi ci sta davanti, facendolo sentire apprezzato?

Perché non possiamo sorridere a uno sconosciuto semplicemente per gentilezza e perché siamo accomunati dalla nostra presenza su questo piccola pianeta?

Perché non riusciamo a dire “posso esserti utile”?

Il mondo fa schifo, la gente è irritante, tutto quello che volete: ma se facessimo comunque un passo?

Uno, non dico tanto.

Un sorriso invece di un grugnito.

Un grazie in più.

Un ti voglio bene a chi magari lo sa, ma non ve l’ha mai sentito dire.

Un “io ci sono” a chi si sente solo.

Una telefonata a chi non sentite da tempo.

Un “come stai” senza dover chiedere favori in cambio.

Un “hai bisogno di una mano” a qualcuno che si perde su una cartina.

Un allungare una mano se qualcuno scivola.

E se non dovesse apprezzarlo perché il problema dovrebbe essere nostro?

Se qualcuno non è in grado di recepire la gentilezza, perché dovremmo privarne tutti gli altri?

Perché condannare noi stessi e il mondo all’amarezza della sfiducia?

Non pretendo lo si faccia sempre.

Non penso sia fattibile, anche essendo dei veri benefattori.

Ma una volta, due al giorno.

Con estranei.

Con gli amici.

Con la famiglia.

Coi partner.

Non costa nulla.

Ma assicuro che si propaga con la velocità di un sorriso.

Promesso.

 

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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8 risposte

  1. gius ha detto:

    te l’ho già detto che ti lovvo??

  2. 4p ha detto:

    Melodia per le mie e per tutte le orecchie che passano nelle nostre giornate…..anche solo pensandoci …………

  3. Mìgola ha detto:

    Da quando sono una straniera e quindi per definizione bisognosa di aiuto, fosse anche solo per le indicazioni geografiche ( ma non è così) mi prodigo appena vedo qualcuno in difficoltà e credo di poter essere d’aiuto. Basta veramente poco e i sorrisi che ricevi ripagano del poco tempo perso.
    Come stai? 😉

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