49. Photobomb

Giovedì mi trovavo vicino alla fermata di Holborn e stavo andando verso Forbidden Planet.

Davanti a me una ragazza (penso una studentessa) con cuffie e cellulare in mano.

Davanti a lei tre ragazzi, vestiti come se stessero facendo una qualche sorta di master.

A un certo punto ho visto la ragazza alzare le braccia e fare una sorta di saltino.

All’inizio non ho capito, poi ho notato che i ragazzi davanti si stavano facendo un selfie di gruppo e lei aveva ben pensato di fare un colossale photobombing.

Poi, come nulla fosse, ha accelerato il passo, ha ricominciato a guardare il cellulare e li ha superati.

Solo poco dopo, guardando la foto, i tre si sono accorti della sorpresina e hanno provato a chiamarla ridendo, ma lei si era ormai allontanata.

Ecco, sarà una cazzata, ma io a quella ragazza avrei volentieri stretto la mano: per la prontezza di riflessi, la voglia di cazzeggiare, l’essere leggera.

E sì, penso che solo a Londra e in poche altre città capitino cose del genere, con questa spontaneità.

 

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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6 risposte

  1. Chiara ha detto:

    Ci é capitato qualcosa di simile per spirito a Ferrara ieri sera, girindolando per le viuzze strette del centro a tarda sera: ti dico solo che ci ha allargato il cuore in modo meraviglioso ^^

  2. Mìgola ha detto:

    Anche perchè se lo faceva a Roma o a Napoli sai le parolacce che si prendeva…il photobomber è un mestiere pericoloso! 😉

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