Smart
Ieri ero all’Apple Store, non per comprare il nuovo Iphone ma per farmi cambiare la batteria a quello attuale.
Preso l’appuntamento via web mi sono presentato al ragazzo che si occupa dei “check-in”.
Mi chiede il problema e gli rispondo “la batteria”.
Lui reagisce quasi con gioia “oh, bello sintetico, finalmente!”.
Mi sembra un entusiasmo un po’ eccessivo, ma sono più interessato a tornare ad avere un cellulare funzionante che a preoccuparmi di ciò che entusiasma o meno il pur gentile operatore Genius.
Poi, seduto in attesa di essere avvicinato, mi guardo intorno.
E capisco.
Avete mai osservato il grado medio di utenti di un Apple Store?
Avete mai provato a rendervi di quanto, realmente, capiscano cosa stanno comprando e maneggiando?
Lo so, io sono un illuso, ma continuo a pensare che se ti compri un aggeggio da 500/1000 euro, forse qualche piccola informazione su cosa stai comprando, su perché stai spendendo quei soldi, su cosa sono quelle strane cose che fa dovresti ottenerla.
E invece.
Chicche sparse durante la mia attesa:
- la tizia cinquantenne che accompagna la titolare della propria azienda (cariatide da cui evidentemente escono fuori soldi dagli occhi) per dare l’iphone in assistenza; appena riesce a lasciare sola la capa chiede disperata aiuto ai ragazzi del Genius Bar perché “quella è la mia titolare, noi non sappiamo fare il backup, aiutateci per favore”
- Dialogo tra operatore e cliente:
– Inserisca il suo IdApple
– Che cos’è?
– La mail con cui si è registrata
– (scrive)
– No, guardi, quella suppongo sia la sua password - Altro dialogo:
– Guardi, può tranquillamente mandare un imessage
– Ah, no, io quelle cose lì mica le ho mai usate - Personaggio che dice “ah, sì, ho fatto il backup su icloud”. Attenzione, letto proprio icloud, come si scrive.
- Tizio che si lamenta perché l’alimentatore che vuole usare non va bene per caricare il suo ipad. Peccato l’alimentatore fosse quello di un MacBook. Gli operatori sono stati bravissimi a non insultarlo (ma la frecciatina sull’alimentatore universale gliel’hanno fatta).
- Il suddetto che fa “beh, dai, non voglio semplificarvi troppo la vita, se no vi annoiate e non vi passa la giornata” (E qui, lo ammetto, ho ammirato il savoir-faire dei due operatori. A me sarebbe partito il fanculo per direttissima).
- Stesso tizio che, al momento di pagare, sta per dare la carta. Poi vede che il pos è mobile e fa “no, guardi, la pago in contanti, mica mi fido di quelle robe lì”. D’altronde, si sa, tutti i dispositivi che usa sono invece molto più sicuri e protetti.
Arrivato il mio turno, mentre l’operatore testa la batteria, lo guardo con comprensione.
“Certo che ne avete di casi strani qui, eh?”
“Guarda, non immagini neanche cosa ci capita di sentire”
“Sono consulente informatico. Purtroppo lo so”
E fu così che il dramma comune legò per un istante due esseri umani mai visti prima.
PS: se davvero volete spendere 500 o 1.000 euro per telefonare e mandare messaggi fate una cosa. I soldi li date a me e io vi fornisco un dispositivo fantastico, semplice da usare, con una batteria che dura tantissimo e che non vi chiederà mai l’Id Apple. Di seguito una foto in anteprima. Bello, vero?
ghghghgh!
Ma il signore/la signora non necessariamente attempato/a che chiede al dipendente Apple se “i prodotti Mac sono veramente il meglio” non c’era?
Mi sa che era già andato/a via 😉
io ce l’ho ancora e lo tengo in carica…non si sa mai!
Fai benissimo 😉
Vabbè; è risaputo che la tecnologia non va a pari passo con l’intelligenza. 🙂