Wellness, Fitness e tutto il circondario
Fitness.
Una di quelle parole che difficilmente una persona dotata di buon senso assocerebbe al sottoscritto, se non sotto effetto di gradazioni alcoliche elevate.
Basterebbe questo per definire lo stato di curiosità che mi pervadeva all’idea di trascorrere non una ma ben due giornate alla fiera del fitness di Rimini causa lavoro di Miss Sauron, curiosità che non solo è stata adeguatamente ripagata, ma che mi ha mostrato aspetti che avevo sottovalutato, sebbene fossi stato avvisato.
Armato pertanto di questo spirito di scoperta, preparato dalle raccomandazioni di Miss Sauron, mi sono avventurato in questo mondo estraneo, con lo sguardo dell’esploratore in una terra straniera e selvaggia.
Partiamo da un presupposto: ovviamente qualunque cosa si possa dire di una manifestazione che raccoglie migliaia di persone è, di per sé, una generalizzazione a cui si possono trovare decine di eccezioni, eccezioni con le quali mi scuso fin d’ora per non citarle una per una.
Seconda nota d’obbligo: l’attività di Miss Sauron, legata a Yoga, Pilates e Ginnastica Posturale, si inserisce bene nel concetto di Wellness, ma finisce per essere una mosca bianca nell’ambito di quel che la fiera si trova realmente a essere, in una dicotomia tra dire ed essere che attraversa quasi tutto quel che ho potuto osservare.
Già, perché mentre Miss Sauron lavorava allo stand, ho avuto modo di girare e osservare a lungo, trovando alcuni punti di similitudine con le tante fiere nerd a cui ho partecipato, ma anche elementi peculiari e, per quanto mi riguarda, frastornanti.
Anzitutto le proposte.
In una fiera del genere mi aspetterei di trovare proposte sensate, volte ad attività fisiche che possano aiutare adeguatamente la salute del corpo di chi le pratica.
Certo, qualcosa c’era.
Stand di attrezzature a volte innovative, altre semplicemente “furbe” nel modo di proporle, ci sono e fanno il loro lavoro, ma sono anche gli stand spesso più vuoti, battuti in desertificazione solo da quelli che vendono libri o rivestimenti per pavimenti.
Quel che pullula sono le proposte assurde, portate avanti da gente altrettanto singolare.
Pseudo pole dance fatta in acqua.
Fango steso per simulare campi d’addestramento con tanto di finti addestratori dell’esercito.
Bilancieri a forma di Grana Padano.
Gente che pensa abbia senso fare fit-boxe acquatica.
Esercizi anche rischiosi fatti fare a una platea senza nessuno che possa intervenire in caso di problemi (tanto c’è un cartello che declina ogni possibile responsabilità per danni alle persone che praticano, altro non serve).
E soprattutto gli enormi stand della Zumba, della Macumba, di qualunque cosa possa fare assonanza con umba.
Lì si consuma la vera tragedia.
Non è fitness.
Non è wellness.
Sono, semplicemente, rave mascherati.
Decine, centinaia di persone che si muovono al ritmo di una musica letteralmente assordante (ho visto standisti in giro con le cuffie da automobilismo), a seguire un ibrido tra dee-jay, santone e istruttore, dove quella che dovrebbe essere la parte rilevante (l’istruttore) lascia fin troppe volte spazio alle altre due.
Gente esaltata dalle endorfine, avvolta in una musica pompata, con tanto (spesso) di luci psichedeliche.
Un rave.
Né più, né meno.
Ma abbandonando la piazza dei folli, si possono comunque fare osservazioni interessanti.
Ad esempio la stranezza per cui, in un luogo che dovrebbe essere deputato al benessere del corpo, un vegetariano corra il rischio di morire di fame.
Lasciando perdere gli stand alimentari dove vendono ogni forma di beverone e barretta iperproteica al solo costo di uno o entrambi dei vostri reni o dell’intero vostro fegato, le scelte per nutrirsi si riducono a bar in cui ogni singolo prodotto proposto contiene carne o salumi.
Ben che vada c’è la piadina (che, ricordo, in Romagna contiene strutto).
Uno solo piccolo stand nascosto vende insalate, quasi timidamente, per non offendere i fan delle proteine animali.
C’è anche uno stand che vende arancini (notoriamente adatti alla forma fisica), ma i vegetariani, loro possono morire di fame.
Ripeto, situazione quanto meno anomala in un luogo in cui ci si dovrebbe concentrare sul benessere.
E poi gli slogan.
“Mostra chi sei”.
“Belli dentro diventando belli fuori”
“Belli fuori se siete già belli dentro”
“Supera ogni tuo limite”
“Take your revenge” (per pubblicizzare un tutore, come se la vendetta fosse verso il fisico che si è rotto).
“Vincere e vinceremo” (ok, questo magari no, ma non potete negare che ci stesse bene).
Uno spreco di “forza”, “energia”, “vittoria”, “limiti infranti”, usate più o meno a proposito in ogni forma.
Quasi mai “salute”.
Quasi mai “benessere”.
Quasi mai “star bene”.
In una fiera che si chiama “Wellness”.
E potrei parlare di chi fa le foto coi palestrati ma, soprattutto, con le palestrate in tanga, giusto per avere un bel culo su una foto. Se poi la manina scappa sul bel culo tanto meglio.
O potrei raccontare della follia che prende chiunque voglia partecipare a un qualunque corso: possono essere cari e gentili un attimo prima, ma diventeranno pronti a picchiarvi con un braccio appena staccatovi se questo potesse aiutarli a entrare in una lezione a numero chiuso.
O ancora del rispetto delle regole: “signora, qui non può fare riprese” “eh, ma cosa vuole che sia” “signora, non si può” “lei è proprio maleducata”.
Rimini Wellness.
Fiera del fitness.
Ecco, forse bisognerebbe trovare un altro nome.
“Discopalestre riunite”
“Zumba & Co.”
“Vieniafarequalcosachenoitidiciamotifaràbeneetucicrederaisenzabatterciglio”
Cose del genere.
Ma Wellness, scusate, proprio no.
Non per molti stand, almeno.
Detto questo, alcune note sparse, più o meno leggere.
- I corsi di “Pilates in gravidanza” vogliono dire che possono farli anche donne incinte. Non “solo” donne incinte. No, non viene fatto il test di gravidanza prima della dimostrazione. No, signora, si vede bene che a 70 anni per gamba lei non può essere incinta, non si preoccupi.
- “Non puoi entrare senza biglietto” “Ecco, siete dei prepotenti! Andate tutti a fanculo!”
- Se fate hot yoga va bene essere in costume da bagno. Magari il perizoma è un po’ eccessivo, però.
- Ci sono posti in fiera in cui sembra di essere immersi nel mentolo.
- Oh, una marea di uomini fanno fitness, ma ancora non hanno imparato a centrare la tazza del cesso, incredibile. Dovrebbero aggiungere il movimento a Zumba.
- Leggiadre pulzelle, se fate yoga, evitate gli shorts troppo larghi. Se proprio non avete altro, magari abbiate cura della depilazione intima, altrimenti certe posizioni potrebbero fornire agli astanti visioni che magari preferireste evitare.
- I russi sono ovunque. E in fiera cercano pure di fare pirateria audiovisiva.
- C’è gente che non parla una parola di italiano, viene in fiera e si mette a fare lezioni in italiano sbirciando passo passo quel che fanno gli altri. Male, ovviamente.
- Certi costumi da palestra sembrano quelli degli X-Men.
- Se andate a cena in una certa pizzeria di Milano Marittima, non ordinate la pasta al pomodoro. Ma neanche il riso con le verdure. Anzi, se potete, non andateci proprio, che rischiate di non uscirne più.
- “Vorrei iscrivermi” “Non c’è più posto” “Eddaiiiiiiiiiiiiii fammi entrareeeeeeeeeeeeeeeeee”
- Noi l’anno prossimo proponiamo il Whiplashing. L’istruttore vi frusta e voi, sanguinando, rinfrescate l’apparato circolatorio, con l’aggiunta di splendide cicatrici che diventeranno trendy e cool con l’arrivo dell’estate. Scommettete che qualcuno che ci casca lo troviamo?
Wellness bocciata? Per molti aspetti elencati, viene da dire di sì.
Poi penso al vedere Miss Sauron sul palco a insegnare.
Penso a quelle persone dello staff con cui è bello cazzeggiare, ridere, sparare cazzate, sdrammatizzare i momenti di stress.
Penso alla possibilità di vedere la dimostrazione di un bravissimo insegnante di Yoga e dei suoi allievi, alla magia delle linee e di quei corpi in movimento.
Ecco, se mi focalizzo su queste cose allora mi dico che sì, l’anno prossimo farò ancora da accompagnatore.
Mal che vada avrò di che scrivere qui sopra.
io, che Rimini Wellness l’ha vissuta da visitatore, mi trovo a concordare su moltissime delle cose che hai scritto…
io, che ci sono andata per la prima volta dopo anni di desiderio, l’ho trovata mal organizzata e a volte eccessiva…
io, che forse sono solo di poco più sportiva di te, ho amato ogni singolo secondo in ci ci sono stata…
io, che di discipline “leggere” (passami il temine) non ne voglio mai sapere, ho adorato la lezione di ginnastica posturale…
io, che preferisco la spiaggia a tutto, mi sono alzata prestissimo solo per potermela godere tutta la giornata…
io, che quando ti ho incontrato con miss sauron in fiera, ho visto una nuova luce nei tuoi occhi…
io, che sono tornata a casa praticamente strisciando, ci tornerei anche domani…
anche solo per vedere di nuovo te nel regno del “fitness”!!!!
Mi sa che mi ci rivedrai 😉
“Una di quelle parole che difficilmente una persona dotata di buon senso assocerebbe al sottoscritto, se non sotto effetto di gradazioni alcoliche elevate.”
Il che, contando che sei astemio, potrebbe essere difficile. 😛
Scherzi a parte, come ben sai concordo con tutto quello che hai scritto e aggiungo che, se tu vegetariano hai rischiato di morire di fame, non oso immaginare il povero celiaco.
Io intanto invio il mio curriculum come istruttrice certificate di Whiplashing; dicono che sono un talento. XD
Curriculum preso in carico, grazie 😛