Padre e Figlio
Che il mio rapporto con mio padre sia stato, soprattutto negli ultimi suoi anni di vita, quanto meno difficoltoso è un dato di fatto che penso chiunque mi legga da un po’ o mi conosca sappia bene, tanto che (con una banalità pari solo forse alla sincerità con cui avvenne) la suoneria che associai al suo numero fu proprio la canzone di cui voglio parlare oggi.
E’ passata poco fa sul mio Ipod e mi sono reso conto di non averne mai parlato, pur amandola molto; il fatto poi che il ricordo di mio padre e del nostro rapporto sia sempre presente e che io veda persone a me care dover comunque affrontare situazioni più o meno simili e più o meno gravi mi ha portato oggi a voler rimediare alla mancanza.
“Father and son”, quindi.
Dopo “Wild world” di nuovo Cat Stevens (o Yusuf Islam che dir si voglia).
Di nuovo, anche se con ruoli molto diversi, una situazione in cui un uomo maturo cerca di proteggere una persona cara e, nel farlo, non si rende conto di stare soffocando la vita proprio di chi tanto ama.
Il padre, in questa canzone, è un uomo che ha vissuto, sofferto e fatto scelte che l’hanno portato a una propria stabilità.
Ora vede il figlio che scalpita, desideroso di fare altrettanto, e qui commette un grave errore: cercare di impedirglielo.
Il padre, per quanto in buona fede, pensa di poter mostrare al figlio il traguardo senza fargli fare alcun percorso, scordandosi (o non rendendosi conto) che non solo il percorso è necessario, ma che il traguardo potrebbe anche essere totalmente diverso.
Vorrebbe proteggerlo dai dolori e dagli errori, peccato che non si possa proteggere nessuno impedendogli di fare errori e di farsi male: è una tentazione forte, che prima o poi abbiamo tutti, ma è altrettanto sbagliata e dannosa.
Amare qualcuno (sia esso figlio, compagna, amico, amica) e volerlo proteggere è quanto di più bello esista, ma spesso si rischia di scordarci in cosa questa protezione debba consistere.
Non possiamo proteggere nessuno dagli errori che potrebbe fare, finiremmo per soffocarne la vita e le emozioni (oltre ad allontanarlo da noi), gli impediremmo di crescere, trasformandolo in una sorta di fragile statuina senza volontà e senza stimoli.
Quel che possiamo fare è, se necessario, mostrare le alternative.
Ascoltare.
Consigliare.
Rispettare le scelte.
E quando ci saranno le ferite, perché prima o poi arriveranno e faranno male, esserci per aiutare a lenirle, fare da appoggio finché sarà necessario.
E poi, di nuovo, giorno dopo giorno, consigliare se necessario e lasciare liberi sempre.
Camminando accanto.
Il figlio della canzone sbaglierà senza dubbio.
Magari non subito, magari non nella scelta immediata, ma lo farà e, alla fine, avrà imparato qualcosa.
Questo è crescere.
Questo è vivere.
Questo è diventare uomini.
Non so se sarò mai padre, onestamente.
Quel che so è che se mai avverrà spero di essere sufficientemente in gamba da trasmettere alla mia malcapitata progenie i valori (che termine desueto) in cui credo e fidarmi della loro capacità di saper scegliere e distinguere la propria strada.
Spero, se mai avverrà, di essere capace di ascoltarli e consigliarli, di guardarli a distanza mentre cadranno e accorrere se mai chiameranno per rialzarsi.
Forse, se ne sarò in grado, avrò anch’io imparato qualcosa.
Per ora, da figlio, mi accontento di aver accettato che i miei fossero “solo” persone.
Con tanti difetti, che hanno commesso tanti errori, alcuni dei quali li ho pagati io.
Ci è voluto tempo per perdonarli ma ora, a distanza di anni, guardo indietro e in qualche modo sorrido con tenerezza: sento ancora certi dolori, ovviamente, ma io ora sono più forte di quanto loro siano mai stati e se è così, alla fine, lo devo proprio agli errori che hanno commesso.
Sono io e tanto basta.
E, dovunque siano, voglio che sappiano che li ho perdonati.
E che voglio loro un gran bene.
In radioblog e qui sotto in video.
[Padre]
Non è il momento di cambiare,
Rilassati, prenditela con calma.
Sei ancora giovane, quella è la tua colpa,
C’è ancora molto che devi imparare.
Trova una ragazza, sistemati,
Se vuoi puoi sposarti.
Guardami, sono vecchio, ma sono felice.
Una volta ero come te e so che non è facile
Star calmi quando scopri che qualcosa sta succedendo.
Ma prenditi il tuo tempo, pensaci bene,
Pensa al perché, pensa a tutto ciò che hai.
Perché domani sarai ancora qui, ma i tuoi sogni forse no.
[Figlio]
Come posso provare a spiegare, quando ci provo lui si volta sempre dall’altra parte.
E’ sempre stata la stessa, vecchia, storia.
Dal momento in cui ho iniziato a parlare mi è stato ordinato di ascoltare.
Ora c’è una via e io so che devo andarmene.
So che devo andare.
[Padre]
Non è il momento di cambiare.
Siediti, prenditela con calma.
Sei ancora giovane, quella è la tua colpa.
C’è ancora molto che devi attraversare.
Trova una ragazza, sistemati,
Se vuoi puoi sposarti.
Guardami, sono vecchio, ma sono felice.
[Figlio]
Tutte le volte che ho pianto, tenendo dentro di me tutte le cose che sapevo,
E’ difficile, ma è ancora più difficile ignorarle.
Se avessero ragione sarei d’accordo, ma quelli sono loro, non io.
Ora c’è una strada e so che devo andarmene.
So che devo andare.
da figlio non ho mai capito mio padre…troppo calmo,arrendevole,e abbastanza lontano da me, o da quello che pensavo essere….da padre comincio a capirlo, ed a fare mio il suo modo di essere e di fare…si! sbaglieranno/sbaglierò ancora ma alla fine l’importante è che nell’altra stanza ci sia qualcuno che c’è sempre,anche quando non c’è più.
giu
Grazie dell’intervento, Beppe. Davvero.
Una canzone stupenda sia per le parole che per la musica.
Grazie di avermela tradotta.
Non sono più solo figlia, ma anche mamma da 26 anni. E c’è un verso nella canzone che dice “una volta ero come te e so che non è facile star calmi quando scopri che qualcosa sta succedendo. Ma prenditi il tuo tempo, pensaci bene, pensa al perchè, pensa a tutto ciò che hai, perchè domani sarai ancora qui, ma i tuoi sogni forse no.”
Ci sta eccome se ci sta una frase così, da genitore e poi tutto il resto è da scoprire vivendo, se ne fanno di errori e tanti ……….
4p
Se ne fanno tanti, sì. Ma bisogna farli. Per imparare ciò che è giusto per noi.