Della forza
Ci sono aspetti di me stesso che finisco per scordare perché non vengono messi alla prova spesso, eppure sono conscio della loro presenza e della loro importanza.
Ad esempio il modo in cui reagisco a difficoltà e dolori.
Non sono una persona “tutta d’un pezzo”, anzi: ritengo che in fondo le persone troppo “dritte” e “rigide” siano quelle che poi, col tempo, finiscono per spezzarsi.
No, io accuso i colpi.
Tutti.
Ne soffro.
Piango.
Mi dispero.
Mi piego.
E quando i colpi arrivano uno dietro l’altro finisci per sentirti soverchiare, soffocare, affondare. Ti senti come un naufrago su una zattera in mezzo a un oceano in tempesta. E l’acqua arriva, la ingoi, ti sembra di non riuscire a respirare.
Cerchi di trovare un qualcosa a cui aggrapparti, sperando ti dia più stabilità, che al massimo è momentanea.
Pensi sempre che l’ultimo colpo, l’ultima ondata saranno gli ultimi, che poi affogherai definitivamente.
Ed effettivamente arriva sempre un ultimo colpo.
Sempre.
Ma il suo effetto è ben diverso da quel che ti aspetti.
Quel colpo è quello che ti fa dire “va bene. ora basta. ora il dolore può andare a farsi fottere. ora non sento più nulla. ora tocca a me”.
E allora ti rendi conto che quello che ti faceva sentire affogare non erano solo i colpi, ma un elastico che ti teneva legato al fondo mentre le onde ti soverchiavano.
L’ultimo colpo spezza quell’elastico e ti ritrovi a volare sulle onde.
A riderne.
A sfidarle.
E sei di nuovo forte, forte di te stesso.
Nonostante le onde.
Poi, magari, ne arriveranno di più alte e più forti.
Magari dovrai nuotare.
O surfare.
O provare a tornare a riva, certo.
Ma lo farai col sorriso in viso.
Perché sei tornato.
Sei tu.
E sei forte.
E sei stabile.
Sei te stesso.
Di nuovo.
Come diceva il buon Jack Burton?
“Mena il tuo colpo più forte. Non mi fai paura”
BENTORNATO!
Grazie 🙂
Mi piace, acci se mi piace.
Anzi, lo stampo e me lo appendo.
🙂 grazie 🙂