Un mondo selvaggio

Questo post nasce quasi per caso, in una di quelle giornate in cui la sveglia si accende e la radio trasmette una canzone che si pianta in testa come un imprinting.

Oggi è andata così: ore 7.20, lo stereo si accende sulla fedele Radio Capital che trasmette un piccolo grande gioiello firmato Cat Stevens, Wild World, che mi rimane talmente in testa da farla andare cinque volte di fila sullo stereo dell’auto mentre mi dirigo al lavoro.

Ma cos’ha di tanto bello questa canzone da ottenere un effetto del genere?

In primis la musica: il giro di accordi su cui si basa è qualcosa di avvolgente e insinuante, che entra nel cuore e nello stomaco e li fa propri, come non li volesse più lasciare andare; non è una canzone rassicurante, né allegra, ma proprio per questo la sua musica attecchisce: riesce a toccare le corde sofferenti di chi la ascolta, nutrendosene e, in qualche modo, lenendole.

E poi c’è il testo, la storia, raccontata come nella scena di un film.

Chi canta è un uomo, probabilmente di una certa età, innamorato di una donna molto più giovane.

Per lei ha messo in gioco tutto ciò che aveva, perdendolo, investendo in un rapporto della cui incertezza non ha voluto tener conto.

Ora, però, lei se ne vuole andare.

Anzi, se ne va.

Perché sta crescendo, perché sta mettendo su ali proprie, perché ha bisogno di scoprire il mondo coi propri occhi e non con quelli filtrati di lui.

Se ne va, perché vuole vivere la propria vita.

Lui la lascia andare, con tutto l’amore di cui è capace, ma non riesce a non dirle che il mondo fuori è selvaggio, pericoloso e che lei non sarà più al sicuro: lui l’ha protetta fino a quel momento, ma non potrà più farlo.

Eppure è proprio questo il punto: si potrebbe essere tentati di simpatizzare con lui, col suo dolore, con l’aver perso tutto investendo su una persona che non ci sarà più, di considerare lei una stronza ingrata… e si sbaglierebbe.

La differenza di età, o di maturità, o di esperienza, fa sì che le loro strade non possano più procedere in parallelo: lui le ha fatto da mentore, da “protettore” (suona male, ma passatemela), per certi versi da padre, ma lei ora deve diventare completa; lui le dice “non potrò più difenderti”, ma proprio qui è il punto: se una persona verrà sempre protetta non potrà diventare forte, rimarrà una bambolina di ceramica che rischia di infrangersi con la prima vibrazione.

Andar via prima di sentire l’oppressione di una situazione del genere è un atto di enorme coraggio e saggezza: doloroso per entrambi, certo, ma comunque necessario; il rischio, altrimenti, sarebbe di trasformare l’amore passato (e forse presente) in un futuro odio.

Un’ultima nota prima di lasciarvi alla canzone: se provate ad escludere un paio di versi all’inizio, noterete che il testo sarebbe perfettamente adattabile a un padre iperprotettivo che vede la giovane figlia voler spiccare il volo da sola… il che la dice lunga sulla natura del rapporto raccontato, così come di alcuni rapporti reali ad esso simili.

Buon ascolto.

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Ora che ho perso tutto per te
Dici che vuoi iniziare qualcosa di nuovo
E il tuo andartene mi spezza il cuore
Bimba, mi sto affliggendo
Ma se vuoi andartene abbi cura di te
Spero avrai un sacco di belle cose da indossare
Ma ricorda che un sacco di belle cose diventano brutte là fuori[Inciso]
Oh, piccola, piccola, è un mondo selvaggio
E’ difficile farcela solo con un sorriso, ragazza
Oh, piccola, piccola, è un mondo selvaggio
Ti ricorderò sempre come una bambina, ragazza
Sai, ho visto un bel po’ di ciò che accade nel mondo
E mi si sta spaccando il cuore
Perché non vorrei mai vederti triste, ragazza
Non incattivirti
Ma se vuoi andartene, abbi cura di te
Spero ti farai un sacco di buoni amici
Ricorda solo che c’è un sacco di male e stai attenta
[Inciso x 2]
Ma se te ne vuoi andare, abbi cura di te
Spero avrai un sacco di belle cose da indossare
Ma ricorda che un sacco di belle cose diventano brutte là fuori
[Inciso]

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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8 risposte

  1. 4p ha detto:

    Oddio quanto tempo che non la sentivo è stupenda e la tua descrizione nei minimi particolari non è da meno.
    Il ricatto, pur comprendendo nella sua veste di protezione mi ha sempre fatto incazzare.
    Eppure ci incappiamo tutti, chi prima chi dopo, con un figlio, con un genitore anziano, con un amico scostante penso che almeno una volta nella vita lo proviamo a fare tutti.
    Però un conto è farlo ma riceverlo è tanto brutto.
    E’ uguale a dire “io in te non ho fiducia”, fa male.
    Nell’amore si dovrebbe desiderare il meglio, la felicità dell’altro, ma a volte a quali brutti rimedi si arriva per non essere abbandonati.
    Triste il comportamento dell’uomo anziano di Wild World tanto triste, struggente, ma sono compiaciuta della volontà della ragazza.
    4p

  2. wolkerina ha detto:

    Bella la canzone, bello il post!
    e se passi da me c’è qualcosa per te 🙂

  3. Giorgia ha detto:

    La cara Radio Capital ci fa riscoprire sempre qualcosa di prezioso. E grazie a te per l’analisi del testo 🙂

  4. 4p ha detto:

    Ciao Aries goditi le vacanze e divertiti.
    Io farò del mio meglio, almeno ci proverò, dipenderà dalla convivenza con i miei genitori (ma sono sicura di sì, non è la prima volta, mia madre è speciale, mio padre un po’ pesantuccio, ma c’è di peggio) e tutto il resto della truppa lì nei dintorni.
    A presto simpatico ragazzo.
    4p

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