Essere e Fare
In Stardust (nel film, almeno, che sul libro non lo trovo) c’è un piccolo dialogo tra Tristan e la sua amata Victoria: lei gli dice “sei un garzone” e lui le risponde “no, non sono un garzone, faccio il garzone”.
Giro di parole forse fin un po’ banale, ma che cela al suo interno una verità sostanziale che troppo spesso ci dimentichiamo.
Spesso e volentieri noi non siamo ciò che facciamo.
Prendete me (ma va?).
Io non sono un informatico: forse è la prima volta che scrivo una cosa del genere, ma già soltanto vederla nera su bianco mi fa rendere conto di quanto sia vera.
Non sono un informatico.
Io faccio l’informatico.
Lo faccio bene, ne sono cosciente (e prendetemi pure per immodesto, chi se ne frega), ma non lo sono, o almeno non più.
Quel che sono è altrove.
E’ in questo blog.
E’ nel mio progetto.
E’ nell’empatia, tante volte benedetta e qualche volta maledetta.
E’ nella musica.
E’ nei viaggi.
E’ nella lettura.
E’ nella sete di crescere.
E’ nella consapevolezza di non sapere.
E’ nel raziocinio e nell’istinto e nella loro interazione.
E’ qui: https://www.oldmanaries.it/index.php/chi-sono/
E’ in Moore, Gaiman, Murakami, Dick, Heinlein.
E’ nei telefilm, nei fumetti, nei libri, nei film, nei cartoni animati di cui ho goduto fino ad oggi.
E’ in Sweetie, nei felini, in Lupo, in Lucky, nei tre Funi, in Miele, nei tanti acquari avuti, in chi mi ama, in chi sa chi sono davvero ed in chi invece non lo sa, perché anche questo fa la differenza.
E’ in chi mi stima ed in chi mi sottovaluta, in chi mi pensa un bonaccione ed in chi sa che non mi deve far incazzare, in chi è rimasto ed in chi è sparito.
E’ in quel che ho imparato ed insegnato ieri ed in ciò che imparerò domani.
Il resto?
Il resto serve solo per pagare le bollette.
Ed in certi casi i ruoli vanno rispettati.