Strane date
E’ strano come le date e gli eventi si accavallino.
Domani sarà il giorno che attendevamo da più di due anni, quello in cui il tema portante che ci ha accompagnati da poco dopo la morte di mio padre si risolverà una volta per tutte.
Ma domani è domani e ne parleremo domani.
Stasera, nel frattempo, è squillato il telefono.
E’ morto mio zio.
Uno zio che non vedevo da poco dopo la morte di mia madre, quasi quindi anni fa.
Uno zio che quando lei era viva fu solo un elemento di discordia, sfruttando l’affetto e la solitudine di lei come una sanguisuga.
Uno zio che pochi giorni dopo la morte della sorella (mia madre) venne in casa mia, con me ventiduenne e solo, e pianse. Non provò neanche a confortare me. Pianse perché era morta l’unica persona che ancora sopportava i suoi comportamenti. Pianse per se stesso, non per mia madre, men che meno per me.
E poi sparì.
Fino alla telefonata di oggi.
E’ morto oggi, alla vigilia della mia definitiva chiusura con un passato non mio, come se quel passato dovesse portarsi dietro ogni cosa che ancora lo rappresentasse, anche nel ricordo.
Non so ancora se andrò al funerale: non so quand’è e non so se potrò; può darsi di sì, per rispetto ai figli e per rispetto a mia madre.
E forse anche per lui: perché pur non provando dolore per una persona che non ha fatto nulla per farsi voler bene da me, sento una grande tristezza nei confronti di un uomo che avrebbe potuto veramente amare ed essere amato, che avrebbe potuto essere una grande persona ed invece ha preferito concentrarsi talmente su se stesso che alla fine è rimasto solo con quello.
Se stesso.
Addio, zio.
Mi spiace.
Alle volte sembra di essere bloccati, trattenuti da decine di catene.
Ma le catene alla lunga si spezzano.
Un anello alla volta.
Già…. ed a volte quegli anelli si rompono a catena, quando iniziano a cedere.