Il richiamo selvaggio
Ci sono musicisti e gruppi che, almeno in Italia, sono stati spesso ingiustamente sottovalutati.
E poi ci sono canzoni che, per una qualche strana forma di alchimia, riescono a far vibrare corde nel proprio intimo, non grazie al solo testo o alla sola musica, ma proprio per l’unione dei due in un’entità unica ed inimitabile.
“The call of the wild” è un caso che rispecchia entrambi gli aspetti: incisa nel primo album in inglese dei Roxette (Pearls of Passion), è una canzone di per sé quasi sconosciuta di un gruppo a sua volta, come dicevo sopra, molto sottovalutato; che li abbiate mai ascoltati o meno, che vi piacciano le canzoni che conoscete o meno, provate a fermarvi e ad ascoltare questa.
Chiudete gli occhi, non fatevi distrarre da altro, ma lasciatevi sollevare dalla musica e trasportare dove vuole: potreste trovarvi in un bosco (d’altronde “The call of the wild” è anche il titolo originale del “Richiamo della foresta” di Jack London), in un luogo sconosciuto, in una baita con una tempesta che imperversa al di fuori; non conta dove vi troverete, quel che conta è che vi ci sarete trovati ascoltando quelle note, quelle vibrazioni, la voce in primo piano di Per Gessle o quella in contro canto della brava Marie Fredrikkson.
Quel che conta è che se siete sensibili alle stesse cose che toccano me, beh, allora riuscirete a sentire almeno un po’ quel “richiamo selvaggio” che dà il titolo alla canzone.
E ne vorrete di più.
(Certo, poi ovviamente può anche farvi schifo, ma il mondo è bello perché è vario, no? 😛 )
Il testo lo traduco comunque, nel caso siate curiosi. Ovviamente la potete ascoltare sia in radioblog che cliccando il player qui sotto.
[mp3_embed playlst=”https://www.oldmanaries.it/wp-content/plugins/mp3-player-plugin-for-wordpress/mp3/Call%20Of%20The%20Wild.mp3″ colors=”#1F55B2″ id=”2451″ nums=”2″]
Il richiamo selvaggio
La conosco.
Ed ogni desiderio che arrivi da lei lo faccio mio.
La conosco.
Tutte le foglie d’amore fatte a pezzi che si lascia dietro.
Oh, non ti nascondi dalla pioggia?
Oh, sai dirmi il nome di questo gioco?
Devi riuscire a raggiungerti
Dietro la porta, un altro muro
Un pianto solitario
Un richiamo selvaggio
Un continuo stupore
Un viso vuoto
Un’altezza cristallina
Un richiamo selvaggio
E c’è qualcosa che sfiora il buio,
Il dardo di un amante
La chiamata di un cuore infranto
Avvolta nella notte,
Dietro i suoi occhi,
Ascolta il suo pianto
Un richiamo selvaggio
La conosco
E nella mia mente sogno di lei
Come agisce senza di me
La conosco
Ed ogni cuore è un cacciatore solitario quando passa lei
Oh, puoi leggere il dolore nei miei occhi?
Oh, non andartene senza dirmi addio
Devo raggiungerti
Dietro la porta…
Ma dove l’hai pescata, è coinvolgente di brutto.
Senso di libertà, di leggerezza, un bel “lasciarsi andare”.
Mi farò fare da mio figlio un nuovo cd e di sicuro la inserisco.
Grazie ciao
4 p
Grazie a te 🙂
Sono davvero felice ti sia piaciuta 🙂
sai del mio odio per la musica 80/90…ma per stima (tua) l’ho ascoltata….ed ….è caruccia….brao!!
giu
Ecco perché è venuto il diluvio venerdì, per questo commento 🙂
(Tnx)
prot 😛
avevo sentito solo i loro pezzi piu’ commerciali… questo brano e’ veramente molto suggestivo !
Buon fine settimana!
E buon inizio settimana a te, lieto ti sia piaciuto il pezzo 🙂