L’aggressività
Penso di aver dichiarato già tempo fa il mio apprezzamento per Konrad Lorenz, uno dei maestri dell’etologia: la lettura di suoi altri libri (“L’anello di Re Salomone” in primis, ma anche “E l’uomo incontrò il cane” e “Gli otto peccati capitali della nostra società “) era stata appassionante ed interessante, scorrevole come pochi bei saggi sanno essere.
Nel caso de “L’aggressività ” le cose sono un po’ diverse e bisogna focalizzarsi su due aspetti ben distinti.
Il primo è, per ovvi motivi, l’aspetto prettamente scientifico e contenutistico: da questo punto di vista non si può dire nulla, partendo però sempre dal fatto che stiamo parlando di un libro scritto cinquant’anni fa, con tutti i difetti che questo comporta, in primis teorie che possono essere parecchio superate; a conti fatti, però, di spunti ed informazioni interessanti ce ne sono parecchi e solo per questo il libro meriterebbe una lettura.
Il tasto dolente è il secondo aspetto: la scorrevolezza e la capacità di interessare il lettore; qui la situazione è molto meno gradevole ed, onestamente, non ho avuto neanche l’impressione di leggere lo stesso autore da me tanto apprezzato: non so se la colpa sia della traduzione o dell’argomento più “tecnico” rispetto ai testi precedenti, fatto sta che è difficile stare concentrati su un capitolo a lungo, anche quando gli argomenti sarebbero ben degni di nota. E’ come se l’autore si diluisse, come se cercasse di convincere il lettore con discorsi fin troppo ampi facendo perdere il punto della situazione: ecco, forse è questo ciò che mi ha fatto sentire parecchio la differenza; negli altri libri Lorenz andava “dritto al punto”, anche quando faceva esempi sperimentali: qui “il punto” si perde in discorsi spesso fin tropo vaghi.
Difficile quindi dire se va letto o meno: per gli argomenti e per una visione d’insieme dell’etologia umana ed animale mi verrebbe da dire di sì, ma consiglio di farlo quando si è veramente dell’umore, altrimenti si rischia di non goderselo affatto.