Tre ore di pura follia
Un film tv, un lungo episodio di un telefilm, ma entrambi ben fatti.
Ecco cosa mi ha fatto tornare alla mente la lettura di questo romanzo di Matheson.
“Fury on Sunday” (e dai con l”abitudine di cambiare inutilmente i titoli) è a tutti gli effetti un noir assolutamente adrenalinico e ben concentrato nel giro di tre ore (appunto): un noir, lo dico da subito, ben riuscito e che lascia il lettore con un senso di fastidio sulla pelle sottile ma innegabile.
Matheson, già si era detto in altre occasioni, ha la capacità di usare poche parole ben calibrate per delineare pensieri, situazioni e personaggi: sono colpi di pennello netti, precisi, che tracciano degli schizzi così perfetti da non aver bisogno di alcun tipo di definizione ulteriore; veniamo portati nella mente del folle protagonista e ne sentiamo la pazzia addosso, sulla pelle, come una melassa calda che vorremmo lavarci via senza riuscirci.
Ma l”autore dimostra un”ulteriore capacità , quella di saltare da una “mente” ad un”altra di paragrafo in paragrafo, raccontando pensieri e punti di vista senza alcun bisogno di annunciare il cambiamento di ottica: il ritmo è sincopato, perfetto al centesimo ed il lettore è trascinato senza perdersi, col fiato sospeso per il tempo necessario allo svolgersi della vicenda.
La storia non si concede fronzoli e parte da un episodio molto semplice: un giovane uomo, rinchiuso in manicomio per violenze ripetute, evade e decide di andare a “liberare” l”unica donna che abbia mai desiderato (impossibile usare il termine “amato” in questo caso) da quel marito che, nella sua ottica malata, l”ha portata via da lui; e l”unico modo per liberarla è ucciderne il marito e chiunque si ponga in mezzo.
Da qui una vicenda che, nel tempo della narrazione, dura le famose tre ore e che vi sfido a leggere in più tempo.
Bello.