Sparizione
Tess Gerritsen è un”autrice che ho sempre apprezzato, più della blasonata Cornwell che, pur avendo tanti punti in comune, ho sempre trovato parecchio sopravvalutata.
Eppure, con “Sparizione”, sono costretto a chiamare il classico passo falso, quello che speravo di non incontrare e, soprattutto, che spero rimanga un caso isolato.
I personaggi sono ormai quelli consolidati che abbiamo imparato a conoscere: una Jane Rizzoli pronta ormai a partorire, una Maura Isles sempre più solitaria ed un Gabriel in versione “padre ansioso”, quindi il “problema” non sta nei personaggi (anche se altri autori sono molto più bravi a gestire un cast ricorrente) quanto nella storia vera e propria; gli ingredienti ci sarebbero tutti: traffico di esseri umani, una morta-non-così-morta, ostaggi e tanto altro, ma proprio questi ingredienti risultano poco sfruttati, semplicemente accennati, non permettendo al lettore di appassionarsi a sufficienza da sentire la tensione che il romanzo dovrebbe suscitare.
Poi, sia chiaro, la scrittura dell”autrice è tale da rendere comunque il libro scorrevole e di lettura veloce, ma dalla Gerritsen mi aspetto di più.
Una sufficienza risicata proprio grazie allo stile ed alle idee, sperando ardentemente in una ripresa.