Song travelling

E' difficile descrivere veramente a parole quanto vissuto in un concerto come quello di ieri sera.E' difficile descrivere veramente a parole quanto vissuto in un concerto come quello di ieri sera.
E' difficile descrivere veramente a parole quanto vissuto in un concerto come quello di ieri sera.
 
Troppe sono le componenti che l'hanno reso un'esperienza magica e, per molti versi, irripetibile.
 
Anzitutto l'Arena di Verona: l'ambientazione, l'acustica, la magia di quel luogo rendono un qualunque concerto vissuto lì magico per definizione.
 
Poi lui, Stevie Wonder.
Che fosse un mostro sacro della musica si sapeva.
Che avesse un numero di gioielli tra cui scegliere la scaletta, pure.
 
Ma quel che andava e va vissuto è la capacità di quest'uomo di intraprendere una vera e propria Jam Session di due ore, giocando con la voce, con gli strumenti e, non ultimo, col pubblico.
 
E' salito sul palco poco prima delle 22 suonando una tastiera elettronica a tracolla e, da quel momento, ha trascinato con sé un pubblico di 10.000 persone totalmente entusiaste di ciò che stavano vedendo e sentendo.
 
Stiamo parlando di un'artista che vive la musica come la più grande gioia che possa essere condivisa ed è per questo che il suo concerto è stato uno scambio continuo tra pubblico e palco e viceversa: non solo i cori che nascevano naturalmente, non solo quei botta e risposta tipici del Rhythm & Blues, ma anche vere e proprie richieste.
 
Già, perché dopo l'"introduzione" Stevie si è seduto di fronte al pubblico ed ha chiesto un regalo, ha chiesto che fossimo noi a cantare qualcosa per lui e quel qualcosa era "Volare".
Ora immaginatevi 10.000 persone che cantano tutte insieme volare e vi farete un'idea delle emozioni che abbiamo potuto provare ieri sera.
 
La musica? Ha spaziato tra i suoi più grandi successi, a volte improvvisando, a volte uscendo da quella che doveva essere la scaletta iniziale, mai deludendo: è letteralmente incredibile la sua capacità di usare la propria voce come un vero e proprio strumento musicale ed, insieme, la sua voglia di giocare, scherzare, vivere.
Da pelle d'oca l'omaggio a Michael Jackson: Human Nature suonata da lui all'armonica e cantata da uno dei suoi coristi.
 
Peccato solo che abbia lasciato fuori canzoni come Overjoyed o Part Time Lover e, soprattutto, che non abbia previsto un bis, ma si tratta veramente di peccatucci veniali in quello che posso definire tranquillamente come uno dei più bei concerti (se non proprio il più bello) a cui abbia mai assistito.
 
A breve le foto ed almeno un video registrato ieri sera: quest'ultimo richiederà un po' di tempo in più, ma penso ne varrà la pena
Troppe sono le componenti che l'hanno reso un'esperienza magica e, per molti versi, irripetibile.
Anzitutto l'Arena di Verona: l'ambientazione, l'acustica, la magia di quel luogo rendono un qualunque concerto vissuto lì magico per definizione.
Poi lui, Stevie Wonder.
Che fosse un mostro sacro della musica si sapeva.
Che avesse un numero di gioielli tra cui scegliere, pure.
Ma quel che andava e va vissuto è la capacità di quest'uomo di intraprendere una vera e propria Jam Session di due ore, giocando con la voce, con gli strumenti e, non ultimo, col pubblico.
E' salito sul palco poco prima delle 22 suonando una tastiera elettronica a tracolla e, da quel momento, ha trascinato con sé un pubblico di 10.000 persone totalmente entusiaste di ciò che stavano vedendo e sentendo.
Stiamo parlando di un'artista che vive la musica come la più grande gioia che possa essere condivisa ed è per questo che il suo concerto è stato uno scambio continuo tra pubblico e palco e viceversa: non solo i cori che nascevano naturalmente, non solo quei botta e risposta tipici del Rhythm & Blues, ma anche vere e proprie richieste.
Già, perché dopo l'"introduzione" Stevie si è seduto di fronte al pubblico ed ha chiesto un regalo, ha chiesto che fossimo noi a cantare qualcosa per lui e quel qualcosa era "Volare".
Ora immaginatevi 10.000 persone che cantano tutte insieme volare e vi farete un'idea delle emozioni che abbiamo potuto provare ieri sera.
La musica? Ha spaziato tra i suoi più grandi successi, a volte improvvisando, a volte uscendo da quella che doveva essere la scaletta iniziale, mai deludendo: è letteralmente incredibile la sua capacità di usare la propria voce come un vero e proprio strumento musicale ed, insieme, la sua voglia di giocare, scherzare, vivere.
Da pelle d'oca l'omaggio a Michael Jackson: Human Nature suonata da lui all'armonica e cantata da uno dei suoi coristi.
Peccato solo che abbia lasciato fuori canzoni come Overjoyed o Part Time Lovers e, soprattutto, che non abbia previsto un bis, ma si tratta veramente di peccatucci veniali in quello che posso definire tranquillamente come uno dei più bei concerti (se non proprio il più bello) a cui abbia mai assistito.
 
A breve le foto ed almeno un video registrato ieri sera: quest'ultimo richiederà un po' di tempo in più, ma penso ne varrà la pena

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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6 risposte

  1. ziacris ha detto:

    Ecco, un po' di invidia c'è nel leggere le tue parole

  2. widepeak ha detto:

    che bello! non c'è niente di meglio che assistere al concerto di un vero performer. è una cosa rara e veramente magica!

  3. Aries ha detto:

    Assolutamente vero :))))

  4. Aries ha detto:

    E' assolutamente la parola giusta 🙂

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